Caso Scanzi, la Procura apre un fascicolo. Lui: "Grazie a me una spinta alle vaccinazioni"

Iniziativa del Pm senza indagati e ipotesi di reato. Prosegue la verifica interna Asl. Il direttore: «Dati da incrociare con quelli Inps sui requisiti del caregiver». Tante reazioni

scanzi

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Arezzo, 23 marzo 2021 - La procura della repubblica ha aperto un fascicolo conoscitivo per indagare su come siano andate le cose in Asl circa il vaccino ad Andrea Scanzi, il noto giornalista e scrittore aretino entrato in pista dalla panchina dei riservisti come caregiver familiare. La vaccinazione di Scanzi con AstraZeneca è diventata un fatto nazionale e adesso arriva pure l’iniziativa della procura, per ora attraverso il cosiddetto modello 45, quello che non prevede nella fase iniziale ipotesi di reato né tantomeno indagati.

Il procedimento è partito dopo la consegna, avvenuta nella mattinata di ieri, di un’informativa dei carabinieri della polizia giudiziaria e gli accertamenti sono finalizzati a verificare che nelle procedure seguite non si configuri appunto qualche reato. L’azienda sanitaria ha intanto intrapreso, con il direttore generale Antonio D’Urso ed Evaristo Giglio, direttore del distretto sanitario e responsabile del centro vaccinale, una verifica interna che non si è ancora conclusa.

Dice D’Urso: «L’accertamento prosegue, dobbiamo incrociare i dati in nostro possesso con quelli dell’Inps. Il caregiver deve rientrare negli stessi requisiti propri della legge 104 che prevede tra l’altro un’assistenza continuativa. E per esaurire la pratica abbiamo bisogno della parte previdenziale».

Giusto sabato, il giorno successivo alla vaccinazione di Scanzi, è stato pubblicato online dall’Asl il modulo per iscriversi all’elenco dei «panchinari» ma già nei giorni precedenti era presente una lista con le segnalazioni verbali dei medici di base da utilizzare in caso di dosi avanzate a fine giornata, secondo la dirtettiva del generale Figliuolo risalente al 15 marzo scorso.

Sarebbe però da circa un mese che il nominativo di Scanzi era stato avanzato dal suo medico in relazione alla situazione familiare del giornalista. Peraltro i genitori di Andrea non sono ancora vaccinati ma il paradosso deriva dal fatto che per over 80 e persone fragili è utilizzabile solo Pfizer o Moderna, non già AstraZeneca. Il giornalista aretino ha difeso la sua scelta con le unghie e con i denti.

Attualmente in una clinica, come lui stesso scrive in un post (a Merano, sostiene Dagospia), usa parole forti: «Totale rovesciamento della realtà - conclude - fai un gesto (totalmente lecito e quel giorno non facilissimo emotivamente) per aiutare la campagna vaccinale del tuo Paese dentro una pandemia, e quello che ottieni in risposta è ferocia pura, livore scriteriato e auguri di morte».

E ancora: «Dopo il mio post la Asl della mia zona ha finalmente messo anche online (era ora!) la lista dei panchinari del vaccino. E le prenotazioni sono esplose. Tutto questo è accaduto anche grazie a me. Non dico che per questo vorrei un encomio, per carità: mi basterebbe un “grazie” (e da moltissimi e’ arrivato)». Ma anche ieri sono state numerose le prese di posizione sul caso, contrarie o favorevoli al giornalista del Fatto.

Critica Selvaggia Lucarelli che scrive sullo stesso giornale, assolutoria l’attrice toscana Lucia Poli («Non è stato scorretto, non ha saltato la fila»). E mentre Eugenio Giani dice di non essersi ancora occupato del caso, l’infettivologo Massimo Galli lo giudica «irrilevante». Non altrettanto il collega Bassetti («Sarebbe bene che tutti si ricordassero che ci sono delle priorità: gli anziani e i fragili») con il sottosegretario Sileri che cerca di chiudere la polemica: «ha dato il buon esempio».