Casi, la frenata continua e la scuola resiste (-23%) Due vittime, 29 ad aprile

La prima riapertura delle classi fino alle medie vede una riduzione di contagi Sotto 200 la media su 100mila abitanti. Lieve flessione anche a terapia intensiva

L’elaborazione dei tamponi continua ad essere completata nell’arco delle 24 ore

L’elaborazione dei tamponi continua ad essere completata nell’arco delle 24 ore

di Alberto Pierini

AREZZO

Alla prima campanella la scuola ha retto. Non si è incrinata come certe pareti dei fumetti, non è crollata come ad una scossa di terremoto. Anzi, dà segnali di buona salute. Siamo solo all’inizio, beninteso: il report regionale che di settimana in settimana fissa il "termometro" delle classi arriva nell’ultimo aggiornamento a domenica scorsa.

E quindi riguarda la settimana nella quale a riaprire erano state solo le classi dei più piccoli: dai nidi alla prima media. Però resta un segnale. Rispetto alla settimana precedente, quella in zona rossa, i nuovi positivi sono calati da 117 a 90. Sono piccoli numeri, e quindi i balzi in percentuale sono facili: ma un -23% quando ti aspetti un segno "+" pesa. E con appena sei casi nei nidi, 10 alle materne e 16 alle elementari. La prova del fuoco aspettiamola per i prossimi giorni: già arrivano segnali un po’ più preoccupanti.

"Una dozzina di positivi nei primi giorni dalla riapertura completa ma 280 in quarantena" indica la responsabile dell’ufficio igiene dell’Asl Elena De Sanctis ad Arezzo Notizie. Sei casi in città, uno a Poppi, uno a Monte San Savino, 4 a Civitella: e una prima variante brasiliana registrata. Quindi contagi limitati ma ripartirebbe quella "moltiplica" tipica delle scuole: pochi positivi ma tanti contatti stretti.

Il quadro complessivo segna comunque sereno. I casi aumentano rispetto al giorno prima, e tra l’altro torna a crescere la media sui tamponi: dal 4,2% al 7,6, che non è pochissimo. Però rimaniamo in una spiaggia tranquilla, quella di una progressiva frenata. Ottantasei casi, sei negli ultimi otto giorni sotto quota 100. E numeri su centomila abitanti sotto la media di 200, con la provincia meglio della città. Conferma non solo del dietrofront alla zona rossa ma anche di un progressivo avvicinamento a quella gialla, sempre che prima o poi venga riesumata. La differenza è legata molto al tasso Rt, quindi regionale e non provinciale, e ad una congerie di fattori: ma la ritirata anche in questo campo sembra in corso.

La variabile che purtroppo non molla la presa è la più tragica: quella delle vittime. Abbiamo avuto tre giorni di tregua, sabato, domenica e martedì, spezzati dai quattro morti di lunedì. Ieri eccone altri due: anzi, altre due. Due donne che erano ricoverate entrambe al San Donato, una di 82 e una di 69 anni. Un doppio dolore e insieme una curva che torna a schizzare verso l’alto: siamo a 29 vittime nei primi 14 giorni di aprile. Anzi tredici, essendosi arrese le due ultime signore martedì sera. Una media oltre i due al giorno e che porta il totale da inizio pandemia a 384. Sempre dietro a buona parte della Toscana ma da qualche giorno abbiamo scavalcato Livorno, dietro di noi insieme a Grosseto e a Siena. E’ il richiamo che continua ad arrivare dall’ospedale e del quale si fa portavoce in queste pagine anche il primario di rianimazione Marco Feri.

In una provincia che vede il capoluogo aumentare i casi a trenta, il Valdarno fermarsi a 22 e rivede crescere Bibbiena e Cortona, entrambe con sette nuovi positivi. E situazioni pesanti, come quella di Castelfranco Piandiscò, che non riesce proprio a ridurre i contagi che la assediano da settimane, malgrado gli appelli accorati del suo sindaco. E sono allarmi più fragorosi i qualunque campanella.