
FIRENZE
Forse non tutti sanno che la Nascita di Venere del Botticelli, il Tondo Doni di Michelangelo e la Madonna del Cardellino di Raffaello (celebri icone del Rinascimento fiorentino) insieme ad altri capolavori degli Uffizi, durante l’occupazione tedesca fra il 1940 e il 1944, vennero portati via da Firenze e ‘ricoverati’ all’interno delle ex Scuderie del Castello di Poppi, mentre l’Annunciazione di Leonardo fu presa in ‘custodia’ dai monaci del Monastero di Camaldoli, all’interno del quale vennero sistemati in custodia altri capolavori leonardeschi con opere dell’Angelico, Piero della Francesca, Tiziano ed altri grandi artisti che trovarono ‘riparo’ anche a Villa Bocci di Soci.
Per ricostruire l’incredibile ed affascinante storia del salvataggio di centinaia di opere d’arte dalla distruzione del secondo conflitto mondiale, da giovedì (20 luglio) al 28 gennaio 2024, al Castello dei Conti Guidi va in scena la mostra (anche immersiva) intitolata "Michelangelo rapito-Capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino" con prestiti dal museo fiorentino e la presentazione di immagini originali dei più importanti dipinti e sculture messe al riparo nella vallata aretina. Si tratta della terza mostra che suggella il consolidato legame fra le Gallerie degli Uffizi e il Comune di Poppi. Il percorso espositivo si snoda nel cortile del maniero e negli ambienti delle ex scuderie al piano terra con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici.
Fra le opere più emblematiche, in prestito dagli Uffizi, la copia in gesso della Maschera perduta del "Fauno" attribuita al giovane Michelangelo e il "Ritratto di Giovanni II Bentivoglio" di Lorenzo Costa.
"L’arte – ha dichiarato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – è tra le vittime principali dei conflitti in tutto il mondo. Per questo le massicce operazioni di tutela che hanno coinvolto il nostro patrimonio durante la Seconda Guerra Mondiale sono un simbolo di resistenza alle depredazioni che ancora oggi sono tra i crimini bellici più frequenti e insanabili".
"La mostra costituisce un’occasione unica per far conoscere alla comunità e ai molti turisti che visitano il Casentino una storia emblematica di salvaguardia di un patrimonio universale", il commento del sindaco di Poppi, Carlo Toni.