Case popolari, allarme dopo il crollo del tetto

Preoccupa la scarsa manutenzione. Anche l’ente chiede interventi massicci. La speranza degli ecobonus. La polemica tra Farsetti e Nisini.

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di Dory d’Anzeo

Si continua a parlare del crollo del tetto di un’abitazione popolare in via Libia. Se ne parla perché, oltre alla gravità dell’episodio in sé - lo stesso sindaco Ghinelli ha parlato di ’tragedia sfiorata’ - c’è un dato di fatto su cui c’è poco da discutere: buona parte delle case popolari ha bisogno di corposi interventi di manutenzione, nessuno vuole trovarsi di fronte a un altro episodio come quello di sabato scorso. “Sono edifici vecchi e la manutenzione non c’è - spiega dalla segreteria del Sunia Cgil Gino Troisi. - Per questo episodio in particolare non avevamo avuto segnalazioni, ma ad esempio in uno dei primissimi giorni del lockdown ci hanno chiamato da via degli Accolti per un cornicione pericolante. ATortaia abbiamo molte segnalazioni, di diverso tipo. Portiamo avanti queste istanze da anni, è l’ora di alzare la voce".

Anche il presidente di Arezzo Casa, Lorenzo Roggi, parla delle necessità di interventi massicci: "Per quanto non ci siano state segnalazioni su quel plesso speifico, in generale il patrimonio immobiliare è molto vecchio, deteriorato dal tempo, dalla poca manutenzione e dai pochi controlli. Interventi ce ne sono a centinia, ma non sono sufficienti:parliamo di trentacinque Comuni in tutta la provincia. Non abbiamo la forza progettuale di anticipare le criticità".

La soluzione per risolvere i problemi della case popolari passa dall’ecobonus. C’è però un problema da risolvere legato alle procedure, spiega il direttore di Arezzo Casa Fabrizio Raffaelli, assieme allo stesso presidente Roggi: "Stiamo aspettando i decreti attuativi per capire come possiamo muoverci. La criticità più grande è data dal fatto che per questo tipo di lavori noi paghiamo a stati di avanzamento, mentre per usufruire del bonus gli interventi devono essere pagati entro dicembre 2021, con una molto probabile proroga - per i soggetti come il nostro - al giugno 2022. Invece è essenziale una finestra temporale maggiore; sarebbe una rivoluzione epocale che ci consentirebbe di intervenire su circa l’80 % del patrimonio, quasi una ristrutturazione completa".

A margine del crollo, non sono mancate le polemiche politiche. Il candidato sindaco della lista ’Patto civico’, Daniele Farsetti, ha attaccato direttamente le dichiarazioni del sindaco Ghinelli che aveva parlato di un tetto ’che ha deciso di venire giù’: "Caro sindaco Ghinelli i tetti non cadono per loro scelta ma, evidentemente, per una mancata o carente manutenzione di un’opera pubblica, patrimonio della collettività, come sono le case popolari. Se a dirigere Arezzo Casa non si nominano persone qualificate e con competenze specifiche, ma si segue il parametro della vicinanza politica noi pensiamo che questo non è fare gli interessi della nostra comunità". A Farsetti ha risposto a stretto giro l’assessore Tiziana Nisini: "Ricordo a Farsetti che, per quel che concerne questa amministrazione, la messa a punto di una progettualità dettagliata da parte di ArezzoCasa è stata possibile soltanto da pochi mesi. Per decenni il patrimonio immobiliare della città è stato gestito secondo il parametro della vicinanza politica, penalizzando competenze e professionalità".