Carlos, la madre in veglia tutta la notte: oggi i funerali a Capolona

I resti del giovane arrivano all'ex ospedale di Subbiano, accolti da parenti e amici. Mamma Carmela lo lascia solo per andare all'addio di Stella

Stella Boccia e Carlos Jesus

Stella Boccia e Carlos Jesus

Arezzo, 18 agosto 2018 - La mamma è rimasta al suo fianco per tutta la notte. Una veglia infinita, l’ultima carezza dopo la morte, il modo per riprendere il suo posto dopo che il destino aveva deciso di toglierglielo nel momento fatale. Carlos Truijllo, orgogliosamente peruviano come tutti i suoi familiari, è arrivato davanti all’ex ospedale di Subbiano intorno alle 18. A Genova alla fine era andata solo la zia.

La mamma lo avrebbe voluto con tutte le forze ma un malore l’ha frenata, subito dopo aver saputo la notizia. Una notizia arrivata all’alba di un giorno di festa, del Ferragosto più brutto della loro vita. Il parroco don Giuliano Francioli li ha subito affiancati per superare ogni difficoltà burocratuica: fino alla scelta del funerale in forma privata rispetto a quello di Stato. E sarà lo stesso don Giuliano a celebrare oggi i funerali, insieme agli altri sacerdoti del vicariato.

Un rito semplice, è l’unica richiesta arrivata dalla famiglia. Una famiglia che colpisce fino all’ultimo per il suo dolore in punta di piedi, quasi attenta a non fare rumore. Anche loro escludono qualsiasi rivolta contro lo Stato: è una comunità, una comunità ricca di tanti peruviani e che vuole avere un momento per un abbraccio vero al ragazzo che non c’è più.

Un momento di preghiera subito dopo l’arrivo, poi ancora dopo cena: un’altra notte, simile a quella dove hanno aspettato invano notizie del figlio, dove hanno tremato alla sola idea che fosse caduto in quel baratro. Però la mamma insieme all’altro figlio ha trovato il tempo e la forza per andare anche ai funerali di Stella la ragazza morta con Carlos.

Forse il termine fidanzati è perfino esagerato, si conoscevano da pochi mesi, erano all’inizio di un percorso. Però la donna sentiva il bisogno di esserci, di condividere quel dolore insopportabile. Prima di ritornare a casa. E di rimettersi seduta, lì, a fianco del suo ragazzo.