di Alberto Pierini
La doppia moneta ci comincia a stare stretta. Due euro al litro, il prezzo che fino a qualche mese fa sarebbe parso improponibile, comincia ad essere quasi una tariffa vantaggiosa. Perché la verde in alcuni impianti ha superato i 2,1. E il diesel ormai ha sfondato anche lui la fatidica soglia, psicologica e amara.
E’ l’incubo della benzina. Tornata a prezzi superiori a quelli di inizio marzo, quando sotto le insegne della guerra eta schizzata in alto. E allora non c’era stato ancora il taglio delle accise, una riduzione di 30 centesimi senza i quali oggi i prezzi volerebbero oltre 2,4 solo per la benzina. Roba da bloccare l’auto in garage e aspettare tempi migliori.
Ma fermiamoci per ora ai dati, i dati fissati a ieri in città. Come noto i distributori sono tenuti ad aggiornare i prezzi alla pompa ad ogni ritocco, collegandosi all’osservatorio sul portale del ministero per lo sviluppo economico. Le tariffe che vedete a fianco fotografano il quadro alle 14 di ieri. Bene precisare l’ora perché ormai i tocchi e i ritocchi si in seguono anche nell’arco della stessa giornata.
Il dato più eclatante è lo sfondamento dei due euro anche del gasolio. Il carburante, dopo l’impennata di marzo, era tornato a più miti consigli. Ma la risalita è stata più veloce del previsto. Ci sono perfino tariffe ormai a 2,1 ma soltanto tre i distributori che ancora reggono nella regione dell’1,9, ovviamente escludendo quelli che hanno fissato il prezzo a 1,999, la fotocopia dei due euro.
Restano dei margini di risparmio (si fa per dire...) considerando che tra il più caro e il più economico la differenza è sostanziosa. Mentre ricomincia a stringersi la forbice tra la benzina e il diesel. Non abbiamo per ora sorpassi, tipici del momento più burrascoso successivo allo scoppio del conflitto. Ma ci sono fior di distributori dove ormai i prezzi sono divisi da un pugno di millesimi, niente di più.
E soprattutto a preoccupare è l’escalation costante delle cifre. Preceduta dal servito. In città abbiamo ormai tariffe stabilmente intorno o sopra 2,3, per chi preferisca farsi fare il pieno dal benzinaio. Ed è una condizione neanche così rarefatta, dalle persone anziane a chi da sempre ha qualche difficoltà nella gestione del pieno.
Chi viaggia in autostrada poi è perduto. Sul servito ieri c’è stato il primo superamento di quota 2,5 nel tratto aretino: due euro e mezzo per un litro. L’allarme a Roma era suonato per un 2,4, con tanto di appello al premier Draghi di intervenire. Sul self quella cifra è vicina anche qui, sul servito viaggia oltre.
In genere le marche marciano di conserva, con i gestori costretti ad adeguarsi alle indicazioni delle "case madri": ma anche qui differenze ci sono, e il nostro quadro a fianco consente almeno di governarle. Il classico pieno torna ad accarezzare i 130 euro, sempre con la classica simulazione dei sessanta litri a serbatoio.
Un concerto lancinante dal quale almeno continua a distaccarsi il metano. Dopo l’impennata dei prezzi di qualche mese fa, tra l’altro in gran parte concentrata nella nostra provincia, è l’unico carburante che mantenga un filo di stabilità, intorno a quota 1,579 al litro, anzi al chilo, facendo rigonfiare il petto dei "metanisti". E tutto nella stagione più complessa.
I viaggi, le ferie, i tre giorni dietro l’angolo: se concentri le tue vacanze dal venerdì alla domenica, risparmi di albergo e di ombrellone ma raddoppi la spesa di carburante nell’anda e rianda dalla città alle spiagge. Spendo di più se prendo una doppia vista mare per 15 giorni o se oscillo come un pendolo ad ogni weekend? Ai vacanzieri l’ardua risposta.