Capodanno, alberghi pieni e folla in centro: continua l'effetto città di Natale

"Ma dov'è il mercatino?": chi arriva cerca i banchi tirolesi. Quindici comitive qui anche ieri. Boom di prenotazioni per la Befana. Il villaggio del Prato va. Comanducci: ce l'abbiamo fatta

Folla in centro

Folla in centro

Arezzo, 31 dicembre 2018 - «Ma dov'è il mercatino?». Lo hanno smontato ormai da qualche giorno, ma i fans non mollano. E se una volta in centro cercavano Anna, ricordate lo sceneggiato Tv, ora cercano Gunther. Cambiano i tempi. Ma non si allenta l’effetto della Città di Natale. L’assessore Marcello Comanducci gonfia il petto per aver vinto la sua ultima scommessa: mantenere il villaggio aperto anche oltrele date dei tirolesi. «Sono arrivati al Rossellino quindici pullman e anche per il lunedì di fine anno c’è il tutto esaurito negli alberghi».

E in effetti le comitive in giro si vedono a occhio nudo. «Aspettate, ora vi racconto un po’ di storia d’Arezzo»: il Cicerone al microfono scandisce le parole e i suoi 50 «discepoli» lo seguono, perfino interessati. La maggioranza sono anziani.

E’ l'altra faccia della febbre di Natale. Per oltre un mese abbiamo avuto in città un turismo di tutti i tipi: ma con grande prevalenza di famiglie. E l’inverno appeso a chi è già un po’ attempatello anche se nelle piccole cifre era già un dato assodato in centro. «E’ la conferma – commenta dai Costanti Marco Grotti – che portare turisti fuori stagione non è impossibile: basta fare le scelte giuste e rivolgersi ai filoni giusti».

Il Capodanno dei «giusti»? Per ora è il bilancio di una stagione che per la prima volta ha inserito Arezzo nei percorsi del trismo di massa. E il centro perfino ieri brulicava. Siamo lontani, beninteso, dal muro di folla abbattutosi nella città alta dal primo giorno di dicembre in poi, con ampi assaggi anche a novembre. Però a Natale, S.Stefano o per l’ultimo dell’anno un fenomeno del genere non c’era mai stato, se non legato ad eventi particolari.

La controprova? Cresce il fronte dei negozi che aprono anche nei festivi. Non è, lo diciamo una volta per tutte, un segnale di malattia: anzi, il contrario. Anche se per gli operatori è fatica, non c’è città turistica che non sia passata da qui. E i negozi aperti continuano a punteggiare la parte alta del Corso: come dire, portateci gente, al resto ci pensiamo noi. Intanto le prenotazioni continuano a non tradirci. tra una settimana si incrociano i giorni della Befana, l’arrivederci delle feste, e la Fiera.

E dagli alberghi continuano ad arrivare segnali promettenti: e più ancora da bed and breakfast e agriturismi. Quindi? I casi sono due. O ci sveglieremo scoprendo che è stato tutto un sogno. O abbiamo l’occasione concreta di capitalizzare questo successo. Idea: non perdiamola.