Cani feroci, task force per evitare aggressioni

L’assessore Carlettini ha convocato un incontro con Enpa, Asl e associazioni. L’obiettivo è prevenire episodi come quello della maltese uccisa da un pitbull

Migration

di Angela Baldi

Cani sciolti e mordaci. Spesso di razze a rischio. Gli episodi non si contano in città. A volte l’epilogo peggiore viene scongiurato per un pelo, come sabato sera al Pionta, quando un cane a passeggio col padrone è stato morso da un pitbull senza guinzaglio. In altri casi è finita in tragedia, come il 19 luglio quando una cagnolina maltese è stata azzannata al collo e uccisa da un pitbull lasciato libero. La proprietaria si era dileguata senza prestare soccorso, ma è stata identificata grazie alle segnalazioni e a un appello social e denunciata. Per fare il punto sui cani mordarci a fine mese (il 30 agosto) l’assessore Giovanna Carlettini ha indetto un tavolo tecnico a cui sono stati invitati Enpa, Asl e Oipa. Obiettivo dell’amministrazione comunale è pensare a un percorso destinato ai proprietari per imparare a gestire questo tipo di cani.

"Come Enpa parteciperemo al tavolo tecnico voluto dal Comune e dall’assessore Carlettini perché gestori del canile comunale – spiega la presidente della sezione Enpa di Arezzo Alessandra Capogreco – ma ci saranno anche le guardie zoofile di Oipa e la Asl. Proprio alla Asl chiederemo più controlli, soprattutto sugli pseudo allevamenti che sono un serbatoio senza fine di cani impegnativi. Non è solo una questione di guinzaglio, ma anche di allevamenti casalinghi di pitbull; i cuccioli nascono in famiglia e poi vengono regalati e la situazione sfugge di mano a chi si trova a gestire un cane particolare, senza preparazione. Ecco perché ci è capitato di recuperare cani di questa razza anche senza chip".

Capogreco spiega che nella struttura comunale, "su un’ottantina di cani ospiti, il 20% circa appartiene a razze difficili. Sono animali che raramente riescono a essere ricollocati e impegnano più degli altri animali i nostri volontari, per essere gestiti e portati a passeggio". La formazione dei proprietari di razze considerate a rischio è un modo per prevenire possibili incidenti, come quelli avvenuti nelle ultime settimane in città. Così il Comune insieme ad Asl, Enpa e Oipa, sta pensando a un percorso per insegnare ai propropietari a educare i propri animali. Dietro ai cani feroci, si nascondono spesso problemi di gestione, traumi subiti che possono scatenare paure e aggressività. "Una volta - spiega Capogreco - per tenere un cane di questo tipo era necessario un tesserino, ora non serve più. Spesso le cucciolate vengono vendute fuori dai circuiti regolari: non si conosce a chi vengono dati, se sono persone che possono gestirli. Anche su questo fronte potrebbero essere eseguiti più controlli. Serve una formazione, quando qualcuno viene in canile per adottare. Infatti, non cediamo mai un cane senza prima aver intrapreso uno specifico percorso".

Nell’episodio di sabato, fortunatamente, il cane aggredito non ha perso la vita, anche se ha riportato un’importante lesione. Ma tra le famiglie che hanno cani e bambini c’è preoccupazione, i cittadini chiedono più controlli sui cani lasciati liberi.