
Eremo di Camaldoli
di Alberto Pierini
EZZO
Su quei monti è nato il codice di Camaldoli, un capolavoro di equilibrio ma anche di inventiva. E i monaci di sicuro non si spaventano davanti al coprifuoco. Anzi, pescano una soluzione che rischia di essere unica in Italia. Tutta la chiesa universale si arrabatta per anticipare la veglia in modo da concluderla all’ora giusta? Loro no, la rinviano. Ma attenzione, la rinviano studiando il lunario ad un’ora che faccia partire il rito con le tenebre. "Abbiamo deciso di farla alle 5.30 del mattino di Pasqua: e questo ci permetterà di viverla al completo".
Matteo Ferrari, guardiano non della foresta ma della foresteria e biblista meticoloso, estrae dal cilindro, anzi dal saio, il "coniglio" che non ti aspetti. La veglia all’alba. E’ chiaro che sarà soprattutto per i monaci: e per loro non sarà neanche una levataccia, abituati al mattutino e alla liturgia delle ore. Però uno spiraglio almeno resta, sia pur solo per la zona. Camaldoli è nel comune di Poppi: e chi vorrà mettere la sveglia qualche ora prima, potrà salire nella foresta sacra. E regalarsi forse un’emozione mai provata in passato.
E’ la Pasqua della pandemia. Una Pasqua dalle maniche un po’ più larghe di quelle di un anno fa: quando le chiese erano sbarrate e al massimo potevi vivere la notte della fede in televisione o al computer. Allora Camaldoli aveva almeno riunito la sua comunità, con un solo rito per il monastero e per l’eremo. Stavolta la mossa a sorpresa. Alle 5.30 il primo passo, sullo stile di ogni veglia di Pasqua, sarà la benedizione del fuoco. Un braciere acceso fuori della chiesa e al quale seguirà la processione, pur rigorosamente distanziata.
Negli stessi giorni nei quali la stessa Camaldoli ha aperto come non mai le sue lodi del mattino. Per venire incontro ai fedeli, che a centinaia ogni anno salivano nella foresta, ha offerto su Facebook la diretta della preghiera. Ma senza telecomando: devi chiamare, farti dare il link della diretta per poi seguirla. E così sarà anche stamattina alle 8. Seguita alle 11 dalla meditazione del sabato santo, guidata sempre da Matteo sul filo delle pagine più celebri. "Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è un grande silenzio": ed è quello che i luoghi della fede proteggono ma a volte spezzano.
La Verna non arriva alla veglia all’alba, ma resta fedele al suo orario di sempre: l’inizio stasera sarà alle 22 Fatalmente una veglia "proibita" al paese, essendo l’ora del coprifuoco, riservata ai frati della comunità e alle suore. Ma che avrà il sapore della doppia festa. Oggi infatti saranno vaccinati i frati più anziani. Tra cui padre Alessio, cento anni finiti e una forma invidiabile. "Sta meglio di me" dice sorridendo il guardiano, padre Francesco Brasa. E con lui alcuni altri ultranovantenni.
Mentre il santuario fa il conto alla rovescia per la riapertura. "Non aspettiamo altro ma ho paura che fino a maggio non ci saranno spiragli". Li trovano anche loro on line. "Germogli" di riflessione che partono ogni giorno, scandiscono la settimana santa, provano a fare catechesi perfino dalla pandemia. A mezzanotte scioglieranno le campane, l’annuncio di una festa sudata. "Anche la comunità è provata come tutti" La clausura non fa parte della loro missione, ma è la seconda Pasqua che sono costretti a vivere così.
Il resto della Diocesi ha fatto sua la linea dei Vescovi. La veglia quasi dappertutto inizierà alle 18, quando il sole è calato ma in giro regna ancora il clima delle giornate di lavoro. Riccardo Fontana celebrerà a quell’ora naturalmente in Cattedrale: diretta su Tele San Domenico e ben cinque battesimi, mantenendo le buone abitudini. E così parrocchia per parrocchia: le messe di domani si moltiplicano ma la veglia è una, non puoi fare "spettacoli" diversi come al cinema. Agli ingressi controlli, pur con i guanti (letteralmente...) e qualcuno potrebbe anche rimanere fuori. Ma tranquilli: non è il giudizio universale, è solo la corsa a chi arriva primo. Di quelle che prevedono una rivincita. Magari all’alba.