Calcit, l'omaggio più grande: una strada o una piazza dedicati a Barulli

Il pioniere e fondatore del comitato e del mercatino riceve un riconoscimento all'unanimità dal consiglio comunale. Con lui Simone Mazzi, il vigile del fuoco eroe

Barulli

Barulli

Arezzo, 22 maggio 2019 - Un atto di indirizzo per dedicare una strada, una piazza o un giardino, meglio ancora se nei pressi dell’ospedale di Arezzo, al commendator Gianfranco Barulli, uno dei fondatori del Calcit nel 1978. In aula, maggioranza e opposizione hanno ricordato la figura di Barulli sottolinenando il suo enorme impegno nel campo del sociale. Quella che Barulli ha contribuito a creare, è una realtà che si è affermata a supporto della sanità pubblica, per superarne le carenze, che ha potuto confidare sulla grande generosità di Arezzo che si esprime a ogni mercatino o iniziativa.

Nel 2006 Barulli è scomparso ma non per questo il progetto è tramontato, mantenendo la sua caratteristica principale, quella di essere una forma di affiancamento alla comunità scientifica nella battaglia contro quelli che un giorno, è la speranza, potranno definirsi mali “non più” incurabili. L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità con 22 voti favorevoli. Una scelta che diventa uno straordinario omaggio al Calcit e al suo ruolo negli ultimi 40 anni della vita aretina.

Rimanendo nel tema toponomastica, è stato chiesto alla giunta di intitolare una strada, una piazza, un edificio o un parco pubblico a Simone Mazzi. Il vigile del fuoco Simone Mazzi nel 2003 morì nel tentativo di prestare soccorso a un camionista precipitato con il suo tir in una scarpata e rimasto incastrato nell’abitacolo, nella zona di Palazzo del Pero. La corda a cui Mazzi era attaccato cedette e per il vigile del fuoco non ci fu nulla da fare. Il giovane ha poi ottenuto la medaglia d’oro al valore civile dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Approvato con 21 voti favorevoli all’unanimità.

Con un altro atto di indirizzo, presentato dalla Lega, è stato chiesto di intitolare una via, una piazza o un’area verde a Jan Palach. Lo studente praghese il 16 gennaio 1969 si suicidò per protesta contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia che pose fine a quella che è passata alla storia come la Primavera di Praga. L’atto è stato approvato all’unanimità con 21 voti favorevoli.