di Laura Lucente Uno dei simboli indiscussi della città di Cortona sarà finalmente restaurato. Arriva dopo un lungo e frastagliato iter l’inizio dei lavori di rifacimento al Santuario di Santa Maria delle Grazie, progettato dal senese Francesco di Giorgio Martini nel 1485. Il finanziamento, infatti, risale ad inizio 2018. Si trattava di una cifra cospicua, che però è stata in parte decurtata. Del milione e 763 mila euro approvati ne sono stati tolti 763.564 euro che erano previsti dal decreto del 19 febbraio 2018 (per la verifica del rischio sismico e riduzione della vulnerabilità e restauro). Rimasto invece, il milione stanziato sull’altro capitolo relativo al consolidamento e restauro inizialmente previsto negli anni 2019 e 2020, ma arrivato realisticamente all’avvio solo oggi. Anche l’amministrazione comunale esprime soddisfazione per la partenza dei lavori. "È un monumento importantissimo – conferma l’assessore alla Cultura Francesco Attesti - questo intervento reso possibile grazie all’impegno della Diocesi e al supporto della Soprintendenza, permetterà di valorizzare questa straordinaria opera che vede Cortona nella rete delle ‘Città Martiniane’, quelle realtà dove si trovano le creazioni del grande architetto Francesco Di Giorgio Martini". Il Santuario di Santa Maria delle Grazie non solo è monumento nazionale, ma certamente uno dei più insigni e forse il più emblematico capolavoro del Rinascimento. La Chiesa è stata proclamata Santuario mariano diocesano dal Vescovo della Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro Mons. D’Ascenzi il 25 marzo 1985. E’ meta prediletta per quanti, reduci da vari pellegrinaggi mariani a Lourdes, Fatima, Loreto, Medjugorje, vi si radunano per rivivere di fronte alla Madre le forza della fede, della preghiera, della speranza. Già in passato era stato interessato da alcune migliorie. Nel 2019 erano stati portati a termine i lavori di manutenzione straordinaria del Santuario di Santa Maria delle Grazie finanziati dal FAI e Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’Associazione Amici del Calcinaio. Si trattò allora di interventi di sistemazione idraulica dell’area. Il rischio idraulico, per altro, che riguarda l’area attorno al Santuario è antico e noto fin dal momento della sua edificazione, visto che venne deliberatamente eretto nel punto dove confluivano le acque che alimentavano le vasche contenenti calce viva (da qui il toponimo Calcinaio) per la concia delle pelli, di proprietà della Corporazione dei Calzolai di Cortona.