Bus fermi, aziende in crisi: "Siamo il motore del turismo. Lo Stato ci aiuti"

Grido di dolore di Walter Fabbri: "Se non ci faranno ripartire il prossimo anno noi non ci saremo"

Walter Fabbri , presidente autobus operator per la Confartigianato aretina

Walter Fabbri , presidente autobus operator per la Confartigianato aretina

Arezzo 15 maggio 2020 - “Tutta quella folla di gente che ha invaso Arezzo durante il Natale l’hanno portata i bus turistici. Siamo il motore del turismo, ma siamo fermi per legge e  non sappiamo quando e se ripartiremo, come i nostri autobus. Abbiamo già perso due milioni di fatturato e siamo stati i primi a chiudere quando sono state bloccate le gite scolastiche già a febbraio. Servono liquidità subito ma anche linee guida che ci dicano cosa dobbiamo fare. E invece niente”. Il settore del trasporto turistico è fra quelli più colpiti e Walter Fabbri presidente autobus operator per la Confartigianato aretina lo conferma. Bus, minivan, auto con conducente sono quelli che portano turisti ad Arezzo e in Toscana, basta pensare alle centinaia di bus per la  città del Natale.  Il quadro aretino conta 230 imprese  in cui lavorano 800 persone e molte sono ditte individuali come quelle che noleggiano auto con conducente. “A oggi di ripartenza non si parla - sottolinea Fabbri - non ci sono persone da portare, soprattutto gli stranieri che per noi rappresentano il 50 per cento. Fermi nelle rimesse cento bus, mille tra van e mezzi a noleggio. Un bus costa 300mila euro e ha una vita media di otto anni, se sta fermo un anno si svaluta e molti non ripartiranno  se non faremo interventi per rimetterli in sicurezza. In condizioni normali ogni bus muove dalle 4 alle 5 mila persone al giorno, ora siamo a zero, la nostra sopravvivenza è legata a un eventuale intervento dello Stato, chiediamo almeno un 25 per certo a fondo perduto del fatturato dell’anno scorso sennò chiudiamo e con noi  i nostri autisti e le loro famiglie, personale specializzati, fidelizzato, ora in cassa integrazione. Rischiamo di non aver più personale quando torneremo a viaggiare, chiediamo allo Stato che ci venga riconosciuta questa perdita. Il mese di maggio avrebbe visti la ripresa alla grande del lavoro e invece a oggi la situazione è tragica. Non solo per il turismo ma anche per il wedding. La nostra paura è che faranno venire i bus dall’estero ,mentre noi dobbiamo stare fermi. Senza contributo noi il prossimo anno non ci saremo”.