Bufera Coingas: l'intervento integrale del sindaco in consiglio comunale

"Mi sono battuto per approvare il bilancio affinché i comuni non perdessero gli utili". E rilancia: "Conti di Arezzo Fiere approvati con 4 milioni di perdite". Il testo integrale

Il sindaco Alessandro Ghinelli

Il sindaco Alessandro Ghinelli

Arezzo, 19 luglio 2019 - Il sindaco nell'aula del consiglio comunale parla del caso Coingas. "Mi sono comportato in modo corretto", afferma. E spiega di essersi battuto perché venisse approvato il bilancio Coingas affinché i soci non perdessero gli utili, a fronte di una bilancio che aveva l'ok della società certificatrice e di un apprezzato avvocato. Tutto questo, ha aggiunto Ghinelli,a fronte di un collegio dei revisori che ha solo delegato all'assemblea la scelta di approvare o no, avendo rilevato consulenze non congrue, o meglio, ha detto espressamente il sindaco, "non attendibili".

In pratica secondo Ghinelli c'erano due pareri favorevoli e un non parere, anche se esplicito sulle riserve legate alle famose consulenze. Un quadro davanti al quale non voleva"rischiare che nè il comune di Arezzo nè gli altri comuni perdessero quei dividendi che oggi restano l'unica risorsa con la quale portare avanti le politiche del territorio" e che nel caso Coingas sulla sola voce del Comune ammontavano a circa un milione e duecentomila euro.

"Non so se sono indagato, non mi è stato comunicato nulla, preferisco leggere un testo scritto per non intralciare il lavoro della magistratura e al tempo stesso sono in difficoltà a dire cose cheun domani potrebbero portare ad una mia responsabilità personale e sulla carica che rivesto".

Non ha smentito di essere intervenuto per arrivare all'approvazione del bilancio, "ma solo per tutelare gli interessi dei comuni soci".

"Il mio personale intervento su questo punto e solo su questo punto si è concretizzato, nel cercare di ottenere l’approvazione del bilancio 2018 di Coingas nell’esclusivo interesse pubblico, posto che si riferiva che la posizione dei sindaci revisori era errata e e il loro non prendere posizione generava uno stallo potenzialmente dannosissimo per la collettività che ho quotidianamente la responsabilità di rappresentare" E poi ha allargato il quadro. "Nei giorni scorsi il bilancio di Arezzo Fiere è stato approvato a fronte di quattro milioni di perdite e alla richiesta di chiarezza proprio sulle consulenze. Approvato all'unanimità e anche dalla Regione Toscana, mentre quello della Coingas prevedeva un utile di oltre due milioni".

Ma ecco l'intervento integrale presentato in consiglio comunale.

INTERVENTO INTEGRALE. "Con il presente intervento desidero fare chiarezza circa il ruolo che ho avuto nella questione Coingas più volte richiamata nella stampa e in molti interventi delle parti politiche, nel recente passato.

Occorre tuttavia fare una seppur breve premessa circa il contesto entro il quale la vicenda Coingas, di cui si parla, è collocata. Mi riferisco agli atti che la società doveva affrontare nel mese di aprile 2019, ovvero in caso di slittamento, entro il 30 giugno di quest’anno. Mi riferisco al bilancio consuntivo 2018, cioè il documento più importante della gestione di una società, a totale capitale pubblico, come appunto Coingas.

Pare solo il caso di ricordare che la mancata approvazione del bilancio di una società di questo tipo comporta la mancata ripartizione degli utili, e il rischio di commissariamento della stessa, e stante ancora oggi la vigenza della Legge Madia, il suo successivo scioglimento. E’ evidente dunque la grande responsabilità che il comune capoluogo ha nell’approvazione del bilancio, detenendo il 45,17% delle quote di proprietà.

La mancata approvazione del bilancio è dunque un fatto assolutamente deprecabile per tutti i soci: i 27 comuni della Provincia di Arezzo, che dalla distribuzione dei dividendi traggono risorse per attuare le politiche di territorio di loro competenza. Tanto per fare un numero, il Comune di Arezzo col suo 45,17% di titolo di proprietà si aspettava da tale distribuzione di dividendi, un importo di 1.238.956,00€.

Ma andando con ordine, dobbiamo anche chiarire quali sono i criteri sui quali si deve basare l’approvazione del bilancio di una società di tal genere. Mi venne spiegato che il criterio rispetto al quale il voto è espresso correttamente è quello della “veridicità”. Il bilancio cioè deve essere “veridico”, cioè deve riportare delle “poste”, cioè dei capitoli “veri”, cioè ai quali devono corrispondere delle vere e riscontrabili entità economiche. Cioè a dire che se nel Bilancio 2018 vengono trascritte spese per 100€, questi 100€ devono essere veri e non falsi, cioè devono essere stati contabilizzati in quell’anno. Questo mi fu altresì precisato a prescindere da eventuali dubbi sulla congruità della spesa.

Il Bilancio viene dunque approvato dall’assemblea dei soci, sulla base della relazione al Bilancio fornita dall’amministratore unico, sulla base della relazione del collegio dei sindaci revisori, e sulla base della relazione della società di revisione contabile che ha verificato la “coerenza interna” del Bilancio stesso.

E’ dunque evidente che le relazioni che i vari organi producono all’amministratore unico hanno un peso determinante sulla credibilità che la relazione di quest’ultimo può produrre nei confronti dell’assemblea. Ebbene la posizione del Collegio Sindacale espressa dal suo presidente, all’amministratore unico di Coingas in carica dal 31 gennaio di quest’anno, e da questi riferito all’assessore alle partecipate di questo comune, e da questi riferita al sottoscritto, è stata quella di non poter decidere circa la approvabilità del Bilancio Coingas 2018, a causa della scarsa attendibilità (in senso lato) di alcune consulenze che appaiono ingiustificate ed eccessivamente onerose.

Tale posizione che, se si è seguito attentamente quello che ho riferito, forse con linguaggio non perfettamente corretto, sono un ingegnere, non un commercialista, mi fu spiegato dall’Assessore che era tecnicamente errata. Dunque i revisori decidono di non decidere. E decidono di farlo perché a loro parere alcune delle spese per consulenze non sono, intrinsecamente, corrette.

Su tale punto l’assessore alle partecipate del Comune di Arezzo tenta di convincerli che se a parere del Collegio il Bilancio di Coingas non è approvabile, procedano con una relazione che concluda con una “non approvabilità”. Questa, e solo questa, poteva essere l’alternativa del Collegio dei revisori circa il Bilancio 2018 di Coingas. A nulla valgono gli incontri e le richieste che l’Assessore alle Partecipate del Comune di Arezzo mi riferisce di aver fatto nei confronti del presidente del Collegio Sindacale.

Il mio personale intervento nella vicenda di che trattasi su questo punto, e solo su questo, si è concretizzato: nel cercare di ottenere l’approvazione del Bilancio 2018 di Coingas nell’esclusivo interesse pubblico, posto che mi si riferiva che contabilmente la posizione dei sindaci era errata e il loro non prendere posizione generava uno stallo potenzialmente dannosissimo per la collettività che ho quotidianamente la responsabilità di rappresentare. Tutt’altro discorso, che con l’approvazione del bilancio nulla, mi fu detto ha a che vedere, è se le consulenze sono state pagate eccessivamente, se vanno recuperate in senso economico, ad esempio promuovendo un’azione di responsabilità. 

Sul punto, la consulenza che Coingas ha affidato ad un legale esperto di diritto amministrativo, professionista noto nella città per le capacità e la indiscussa serietà, apprezzato da tutte le amministrazioni comunali di ogni connotazione politica da più di vent’anni, aveva il senso di capire se le perplessità dei sindaci sulla congruità potessero avere una qualche ragion d’essere e di darne contezza definitiva ai revisori.

Nonostante tale parere avesse condotto ad un giudizio di correttezza formale delle consulenze di che trattasi, e nonostante che sul Bilancio Coingas 2018, la Società di Revisione Contabile incaricata al proposito, avesse dato parere favorevole, il Collegio dei Revisori ha insistito nel non prendere contabilmente posizione rinviando all’assemblea dei soci il giudizio di approvabilità del Bilancio. Bilancio che è stato poi approvato dall’assemblea dei soci il 4 luglio di quest’anno.

Così come il 10 luglio di quest'anno è stato approvato all'unanimità dei soci presenti il bilancio di Arezzo Fiere e Congressi, nonostante che uno dei soci stessi avesse richiesto un appofondimento circa il tema proprio delle consulenze, che anche il Comune di Arezzo aveva individuato come un argomento critico. Da notare che il socio di maggioranza relativa che detiene il 40% delle quote di proprietà, la Regione Toscana, ha approvato correttamente il bilancio 2018 della società Arezzo Fiere e Congressi, con ciò dimostrando, se fosse necessario, la correttezza della impostazione da me qui riferita.

LA COMMISSIONE DELLA VIGILIA. Alla vigilia in commissione il sindaco non era intervenuto. E così la commissione nella fornace del secondo piano si era trasformata in sostanza in un primo duello tra le due parti politiche, sia pur in guanti bianchi e con una cortesia reciproca da galateo di Giovanni Della Casa.

Semplici schermaglie, con la minoranza a giocare d’attacco e Roberto Bardelli, anche fisicamente uno stopper ideale, a contrastarla. Risultato finale? La commissione chiede al segretario generale una relazione su 10 anni di consulenze del Comune e di tutte le partecipate nelle quali Palazzo Cavallo abbia almeno il 5% delle quote. Passa con i 4 voti di minoranza e l’assenza pur formale della maggioranza. Ma è un traguardo al quale arrivano da lontano.

La richiesta era nota, «alla luce di quello che sta emergendo sul caso Coingas vogliamo sapere come siano stati spesi i soldi degli aretini». Bardelli di rimando chiede di estendere la richiesta non agli ultimi 4 o 5 anni ma bensì agli ultimi dieci, per allargare l’arco anche alla precedente giunta di centrosinistra. Romizi accoglie e rilancia per poter arrivare ad un documento condiviso, ponendo un tetto alla quota del 10%, «per non avere i risultati solo tra anni».

Bardelli ribatte: «Si chiedono tutte e di tutte le aziende, diventa un lavoro serio che scopre le carte e non uno scatenamento politico». Romizi scende al 5% di quota, ma in una richiesta a step che arrivi dappertutto: l’accordo non c’è, se non per un voto modulato come dicevamo. Il Pd insiste per avere risultati in tempi brevi:la richiesta parla del 15 settembre. Poi il sipario.

Dal quale escono tutti infelici e scontenti. Romizi per l’assenza del sindaco («persa un’occasione per un primo confronto nell’interesse della città») e il gruppo consiliare Pd perché, dice, «Ghinelli scappa dalle domande, è un sindaco a sovranità limitata». Ma sul tavolo c’è la lettera, con la firma in bella evidenza e quindi anche la promessa di uscire allo scoperto appena 24 ore dopo: oggi, alle 14, nella fornace del piano di sotto. Lì dove è poi maturata la risposta letta in consiglio comunale.