Bufera Coingas, "mister X" è il sindaco: indagato per favoreggiamento

Ghinelli, nè perquisito nè raggiunto da un avviso, agiva per schivare la frana consulenze? Ma se non sapeva degli illeciti può cavarsela senza danni giudiziari.

Il sindaco Ghinelli

Il sindaco Ghinelli

Arezzo, 13 luglio 2019 - Le voci, le indiscrezioni e le allusioni circolavano ormai da giorni, da quando era trapelato il decreto di perquisizione del ciclone Coingas. Adesso, però, dopo una giornata drammatica e convulsa in cui sono finalmente uscite le carte d’inchiesta, siamo un po’ più in là delle semplici ipotesi. Il sindaco Alessandro Ghinelli è indagato per favoreggiamento, anche non destinatario di un avviso di garanzia e neppure perquisito.

E’ lui, come traspare dalla documentazione che la procura ha depositato, il mister X, «l’esponente comunale», come lo chiama il Pm Andrea Claudiani, dell’intercettazione con l’assessore perquisito Alberto Merelli, una delle telefonate chiave dell’inchiesta. Ovviamente la notizia dell’iscrizione del sindaco nel registro degli indagati non sta dentro le centinaia di pagine di atti messi a disposizione dei due difensori, Stefano Del Corto e Umberto Schiavotti, che hanno fatto ricorso (rinunciandovi subito dopo) al Riesame.

E’ trapelata a parte e anche se la procura si rifiuta di andare oltre la formula del non confermiamo e non smentiamo, anzi del rispetto rigoroso del segreto, è stata confermata da fonti vicine all’inchiesta. L’ipotesi del favoreggiamento a carico di Ghinelli è legata fondamentalmente all’intercettazione con Merelli e allo scenario che ci siano stati, specie nelle ultime settimane, movimenti frenetici per schivare la frana delle consulenze da 440 mila euro contestate come peculato.

Ma ambienti vicini agli inquirenti spiegano che è ancora tutto da capire, che la posizione del sindaco resta da valutare. Il discrimine è se sapesse o meno degli illeciti che il Pm presume esserci nel backstage degli incarichi d’oro al commercialista Marco Cocci (140 mila euro) e a uno studio legale fiorentino (300 mila euro). Se Ghinelli era ignaro, le pressioni che sollecita a Merelli possono non costituire reato e il padrone di Palazzo Cavallo può cavarsela senza danni giudiziari.

La prima intercettazione che lambisce il sindaco è del 6 maggio. E’ Franco Scortecci, attuale presidente di Coingas, perquisito anche lui per favoreggiamento e abuso d’ufficio, a spiegare a Cocci come sia stata concordata con Ghinelli e Merelli una strategia per uscire dall’impasse delle consulenze che i revisori dei conti recalcitrano ad avallare a bilancio.

La nota della Digos ricostruisce dalla telefonata anche il come: un incarico all’avvocato Stefano Pasquini per redigere un parere di congruità degli incarichi che vada oltre i dubbi del collegio sindacale. Per tutto maggio e i primi di giugno, tuttavia, i revisori continuano a manifestare perplessità, finchè si arriva alla seconda intercettazione che vede per protagonista il sindaco, al telefono con Merelli.

E’ la chiamata già nota da giorni ma senza il nome di Ghinelli. E’ lui che parlando col suo assessore dice: «Io sono molto preoccupato, perchè dovevi convocare quell’incontro col dottor Minetti (il presidente dei revisori Ndr)». Merelli spiega che Minetti e in Romania e il sindaco replica: «Fate questo incontro rapidamente...devi essere anche molto chiaro e diretto...se questa persona non intende fare questa cosa...dal momento che lo abbiamo messo noi...si parla con Mario Agnelli (sindaco di Castiglion Fiorentino e presunto sponsor di Minetti Ndr) e dice...schiodati...ci si mette un altro...ma non è accettabile che uno messo lì da noi...non ci stia a sentire».

La telefonata è del 4 giugno, l’informativa Digos che la riporta del giorno dopo. Può essere solo una sollecitazione politica senza risvolti giudiziari oppure qualcosa di più. Sta adesso al prosieguo dell’inchiesta di capirlo.