Bpel, carta salva-Boschi: sui bond delega del Cda al direttore, informativa al Parlamento

E’ uno dei documenti citati nel rapporto delle Fiamme Gialle che il Pm Rossi ha inviato alla commissione banche. Scagionerà tutti i membri del Cda?

La protesta dei risparmiatori di Banca Etruria

La protesta dei risparmiatori di Banca Etruria

Arezzo, 7 dicembre 2017 - Potrebbe essere la carta che scagiona Pierluigi Boschi e gli altri membri del Cda indagati almeno dall’accusa di falso in prospetto e ricorso abusivo al credito per le subordinate poi azzerate di cui il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi ha parlato anche davanti alla commissione banche. E’ il verbale del Cda di Banca Etruria che si svolse il 15 marzo 2013 e nel quale fu delegato al direttore generale Luca Bronchi tutto quanto concerneva il prospetto relativo all’emissione delle obbligazioni che sarebbero state poi collocate in due tranche, a luglio e ottobre 2013.

E’ uno dei documenti che vengono citati nell’informativa della Guardia di Finanza che Rossi ha inviato nei giorni scorsi alla commissione banche a integrazione di quanto detto giovedì e di cui adesso da fonti parlamentari trapelano alcune parti. A Palazzo San Macuto il procuratore disse (nella parte secretata): «Il Cda emette una delibera e incarica il direttore generale di elaborare il prospetto informativo per l’emissione delle obbligazioni subordinate che poi invia alla Consob».

Se è questa la ricostruzione giusta, è evidente che scemano le responsabilità dei singoli consiglieri, anche perchè, come specificò ancora il magistrato aretino, «il prospetto non viene approvato dal Cda, questo è un dato accertato». E se qualcuno dei membri lo vide, precisò allora, accadde in via informale e non nella sede ufficiale del consiglio d’amministrazione.

Tutto ciò appunto viene adesso confermato, nell’informativa della Finanza, che parla di tre delibere di Cda sulla questione. Una è proprio quella del 15 marzo, cheLa Nazione è in grado di anticipare dopo averla ottenuta da fonti interne a Bpel, a pagina 30, nel capitolo delle varie ed eventuali, punto C, intitolato «Plafond prestiti obbligazionari per il prospetto di base emissione subordinate ed etiche»: «Il direttore generale - recita il verbale - propone di individuare un plafond di euro 300 milioni (in realtà ne saranno collocati 110 Ndr) come ammontare massimo di obbligazioni da emettere nel periodo di validità del relativo prospetto di base...».

Segue l’indicazione del tipo di bond subordinati: lower tier II a tasso fisso o variabile. Alla fine «il consiglio di amministrazione...autorizza con voto unanime per il periodo di validità del prospetto base...e dà mandato al direttore generale di provvedere a compiere tutte le attività necessarie per operare di conseguenza».

E’ anche in base a questa documentazione, acquisita a suo tempo dalla Finanza, che Rossi compie la sua ricostruzione in commissione banche. Parla del filone d’inchiesta ma nessuno gli rivolge domande su chi siano gli indagati, cioè i membri di Cda e del collegio dei sindaci, più il Dg Bronchi. «Visto che lui aveva evidenziato il ruolo del direttore generale - dice adesso Franco Vazio, membro Pd della commissione - non ci parve interessante approfondire chi fossero gli altri indagati, le responsabilità sembravano evidenti».

E tuttavia Consob, nel suo procedimento sanzionatorio ha contestato a tutti gli ex amministratori le informazioni incomplete o inesatte nel prospetto sulle subordinate, con multe per 2,7 milioni. Gli stessi temi della relazione inviata in procura che ha dato il via alle inchieste penali. Bastano il verbale del Cda e l’informativa della Finanza che ne parla a cambiare le carte in tavola?