Attilio Brilli Capita talora che le idee di un artista riferite a un altro artista risultino particolarmente geniali e illuminanti. Su Piero della Francesca si sono espressi con appassionata vivacità e freschezza d’intuito pittori come Maurice Denis e Balthus. Ma né costoro, né altri hanno saputo comunicare, come ha fatto Fernando Botero, la profonda, rivoluzionaria impressione che può determinare la scoperta della pittura pierfrancescana, e di riflesso i valori fondanti che quell’arte rappresenta. In più di un’intervista Botero ha ricordato il primo, travolgente incontro con Piero, allorquando, artista latino americano senza radici culturali e in cerca di identità, era impegnato in una difficile formazione. Al tempo della sua gioventù, a Medellin, sua città natale in Colombia, non s’era ancora diffuso il culto per l’arte precolombiana e non si avvertiva nelle arti figurative l’esigenza di un’espressione artistica autoctona. Gli unici modelli di riferimento per i pittori erano allora le pale d’altare che erano copie e riproduzioni scadenti di dipinti ispanici e italiani ispirati ai principi della Controriforma cattolica e promossi dalla colonizzazione gesuitica dell’America Latina. Si trattava quindi di una pittura manieristica e barocca tematicamente votata al culto esasperato del sangue e della sofferenza, una pittura che aveva il compito di suscitare nei fedeli intensa commiserazione per quei martiri e santi che si erano immolati per il trionfo della fede. Rappresentazioni ricorrenti e pressoché uniche delle tele che si vedevano nelle chiese erano quindi indicibili scene di tortura e di martirio con abbondante spargimento di sangue: crocifissioni, lapidazioni, fustigazioni, scuoiamenti, sgozzamenti, abbrustolimenti di uomini e donne seraficamente disposte a incredibili patimenti. Ogni santo o santa, da San Lorenzo in gratella a San Bartolomeo spellato vivo, doveva commuovere e suscitare pietà attraverso l’ostentazione del proprio calvario. Nelle discussioni che avvenivano nella redazione del giornale per il quale lavorava come vignettista, Botero era solito confrontarsi con ...
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