Morto sotto l'albero, mille ai funerali. "Resterai con noi": e gli amici portano la bara

Il dolore di Caprese e di una famiglia. Prime ipotesi dell'incidente dove è morto il giovane Gabriele Casi: carambola fatale. Sequestrati trattore e motosega

L'abbraccio alla famiglia

L'abbraccio alla famiglia

Arezzo, 20 marzo 2017 - Era la giornata dell’ultimo saluto a Gabriele Casi, l'operaio di 20 anni travolto e ucciso venerdì dal tronco dell’abete bianco che stava tagliando assieme al padre nella località di Casetta della Guardia. Dalla mattinata di sabato, dopo il nulla osta del magistrato, la salma si trovava nella Cappella del Commiato della Confraternita di Misericordia; alle 14,30, il trasferimento nella chiesa di San Cristoforo a Caroni,alle 15 i funerali.

Una gran folla e tanti sono arrivati in largo anticipo. In testa gli amici. Hanno lavorato tutta la notte per realizzare uno splendido cartellon: decine di foto di Gabriele, qualcuna con la fidanzata, tante con gli amici. Si sono messi insieme a cercare le immagini migliori, per costruire una risposta di vita al clima disperato dei funerali. "Resterai sempre nei nostri cuori" c'è scritto su uno striscione a fianco, lungo il muretto di pietra che incornica questo angolo di Caprese. Tra i primi ad arrivare il babbo, circondato dagli abbracci della gente e del paese.

La chiesa, già piccola di per se’ stessa, non è riuscita a contenere la massa di persone che si sono strette attorno ai genitori, Sauro e Lauretta, alla sorella maggiore Cristiana, al fratello minore Lorenzo e ai nonni.

Un silenzio persino surreale, con una sola eccezione: il fragoroso applauso degli oltre mille presenti all’uscita del feretro. In prima fila Sauro, un uomo distrutto alla pari della mamma Lauretta, della sorella Cristiana, del fratello Lorenzo e della fidanzata Chiara. I compaesani per un giorno hanno bloccato tutto, compresa la partita di calcio fra Capresana e Palazzo del Pero. La chiesa di San Cristoforo a Caroni troppo piccola, chi è rimasto sul piazzale ha potuto ascoltare laMessa attraverso gli altoparlanti.  Nessuna lettera di ricordo, ma solo le parole del parroco, don Enzo Bigiarini, e il messaggio del Vescovo Riccardo Fontana. Il gesto più significativo quello degli amici, hanno chiesto di poter portare a spalla la bara. 

Intanto proseguono le indagini per capire cosa sia avvenuto. Restano sotto sequestro il trattore che Gabriele stava guidando, la motosega che sarebbe rimasta incastrata nella pianta caduta addosso al ragazzo e tre metri del verricello che era stato legato al mezzo agricolo per tentare di allentare il fusto.

I carabinieri e gli ispettori della prevenzione degli infortuni sul lavoro della Asl debbono ancora ascoltare il babbo, unica persona presente sul posto, ieri in un comprensibile stato di choc. Tra le ipotesi è che, mentre Gabriele stava scendendo dal trattore, il padre fosse riuscito a liberare la motosega dal fusto e che forse questo abbia innescato la carambola fatale, ma è soltanto una ipotesi.

IL FATTO. La tragedia sul lavoro in località Casetta della Guardia, nei pressi di Ponte Alla Piera, nel comune di Anghiari: un taglialegna di 20 anni è morto schiacciato da un albero che stava tagliando.

Il ragazzo si trovava al lavoro insieme al padre Sauro ed era intento a tagliare un abete quando il tronco gli è precipitato addosso colpendolo al bacino e alla gamba. Il ragazzo e il padre Sauro, titolare dell’azienda, erano intenti a eseguire le operazioni di taglio di piante secche, a scopo di diradamento, per conto dell’Unione dei Comuni della Valtiberina in un appezzamento della Regione. E’ abete bianco «douglasia», ha colpito Gabriele appena sceso dal trattore, del diametro intorno ai 70 centimetri. Pare che l’operazione servisse a disincastrare la motosega rimasta attaccata al fusto.

In base alla valutazione degli esperti, si sarebbe trattato di un abete di circa 65-70 anni, alto più di 20 metri, che non ha dato scampo a Gabriele, centrandolo al bacino a in una gamba. Il padre ha chiamato vigili del fuoco e mezzi di soccorso:

I soccorsi, allertati dal padre, sono subito scattati, con i sanitari del 118 e l'intervento dei vigili del fuoco di Arezzo con l'ausilio dell'elicottero Drago 53. Purtroppo, però, per il ragazzo non c'è stato nulla da fare. Identificata la vittima: si chiamava Gabriele Casi, di Caprese. Il padre è titolare di una ditta di disboscamento, a Ponte alla Piera. Le condizioni del giovane sono apparse subito gravi. I soccorsi di 118 e i vigili del fuoco sono partiti subito dopo l'allarme lanciato dal babbo.

L'elicottero dei vigili si è alzato in volo alle 8,25. In pochi minuti era sopra la zona montuosa dove è accaduta la tragedia. Appena individuato il punto esatto dove si trovavano padre e figlio sono stati calati i soccorritori. Il giovane era steso a fianco della pianta. Contemporaneamente è arrivato anche il Pegaso con il 118. Il giovane era molto conosciuto a Caprese ma frequentava molto spesso anche Sansepolcro. Sul posto i carabinieri per le indagini.