Blitz a Campo Marte, il questore sospende per 30 giorni il minimarket

Anche l’unico finito a processo se la cava con l’obbligo di firma e un patteggiamento. Presi il gestore di un locale e un avventore: "cinturata" tutta la strada per i controlli

Una volante della polizia

Una volante della polizia

Arezzo, 10 luglio 2020 - E’ stato una specie di rastrellamento anti-pusher che da Campo di Marte si è allargato fino al resto del quartiere di Saione, compresa una strada della Casbah della droga come via Nazario Sauro. Lì sono avvenuti gli unici due arresti del maxi-blitz scattato mercoledì pomeriggio e che ha visto impegnata in forze la polizia, che ha schierato sul campo parecchie auto della squadra volante, gli uomini della Mobile, le unità cinofile con i cani antidroga, e rinforzi del Reparto Mobile di Firenze, con tanto di blindati al seguito.

Uno spiegamento massiccio, che ha sì messo in fuga gli spacciatori africani ormai padroni del mercato clandestino di Campo di Marte ma che non ha portato ad arresti in quella che da anni è una zona simbolo del microcrimine, soprattutto d’immigrazione. Le manette sono invece scattate in un negozio etnico di via Nazario Sauro, un po’ più vicino alla piazza di Saione. Operazione in base alla quale il questore Dario Sallustio oggi ha deciso di sospendere per 30 giorni la licenza di commercio del Minimarket ai sensi dell’art. 100 TULPS per la gravità dei fatti constatati, riguardanti il rinvenimento di sostanza stupefacente.

Il provvedimento trova la sua motivazione proprio nell’ esigenza di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, privando gli acquirenti di un luogo abituale di riferimento, mediante una incisiva azione di polizia giudiziaria e amministrativa  volta a disarticolare le attività criminali .

Lì sono stati controllati con i cani la titolare dell’esercizio commerciale, una nigeriana, e un suo cliente, della stessa nazionalità. Sono stati appunto gli animali a puntare dritto verso la borsa dell’uomo, dove erano nascoste un paio di palle di marijuana, per una trentina di grammi. Altra droga in una cassetta di banane andate a male, che col loro odore avrebbero dovuto confondere i cani ma non è bastato.

A seguire la perquisizione in casa della donna, dove è stata trovata altra «erba», in tutto circa un etto. Il risultato è stato l’arresto in flagranza per entrambi, che però sono già fuori. La titolare del negozio è stata liberata quasi subito, su disposizione del Pm di turno Angela Masiello, che ha invece mandato a processo per direttissima il cliente nigeriano.

La procura aveva chiesto il divieto di dimora ad Arezzo, una misura cautelare minore, giustificandola col fatto che l’arrestato fosse senza lavoro e senza dimora. In aula, invece, gli avvocati Alessandro Mori e Francesca Mori, hanno portato la prova che l’uomo aveva sia un lavoro che un domicilio. Il giudice dunque ha sì convalidato l’arresto ma limitando la misura cautelare a un ancora più tenue obbligo di firma. I difensori hanno anche avviato un patteggiamento a otto mesi col Pm Bettini che sarà formalizzato alla prossima udienza, il 16 luglio.

Tutto sommato, dunque, l’effetto del blitz è soprattutto psicologico, una prova di presenza dello stato in una zona in cui spesso la legge è solo un’opinione non molto considerata. Eppure il problema droga resta, più forte che mai, col sindaco Ghinelli che plaude all’operazione della polizia, cui hanno partecipato anche gli uomini della Municipalizzata. Dai pusher si riforniscono pure i ragazzini, come quelli di Terni uccisi da un’overdose. La retata del Pionta un anno fa (le condanne sono di questi giorni) ha dato un po’ di sollievo, ma l’allarme, anche fra i residenti, è sempre forte