"Benzina, i rincari danneggiano anche noi" I gestori all’attacco dopo lo "stangata"

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L’ascesa del costo della benzina sta sforando i due euro al litro. "Due euro al litro - dicono da Confesercenti il presidente del sindacato benzinai Faib Claudio Marraghini e il responsabile Lucio Gori - è la soglia di allarme. Anche in provincia di Arezzo, già si trova al servito in numerosi impianti. Un prezzo che, a breve, si rischia di sfiorare anche al self per benzina e gasolio". A mettere in crisi benzinai e automobilisti è stata la scelta del Governo di reintrodurre la quota piena delle accise facendo schizzare il costo del carburante. "Decisione che ha comportato un aumento di 30 centesimi su un litro di carburante rispetto allo scorso marzo (quando ci fu il primo taglio delle accise) e di 18 centesimi rispetto a dicembre".

Secondo le stime dell’ufficio studi di Faib-Confesercenti, in media i rincari incideranno, su base annua, per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022 e ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa. Gli aumenti provocheranno l’effetto traino sul costo di tutti i beni di consumo e sull’inflazione, che è già a livelli preoccupanti; tra l’altro anche carburanti come Gpl e metano, non sono immuni da questi rialzi. Marraghini e Gori difendono poi la categoria dei gestori, troppo spesso considerata la controparte dagli automobilisti. "Questa situazione danneggia pesantemente anche noi. Vogliamo infatti ribadire che i gestori non determinano il prezzo e che a loro, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Insomma, con gli aumenti ci perdono tutti: i consumatori e le imprese, ma anche i benzinai perché più cresce il prezzo meno prodotto si vende. Già in questo inizio d’anno la riduzione dell’erogato si avvicina al 5% con punte per alcuni impianti dell’8%".

Gaia Papi