Bancarotta Etruria, mattinata di schermaglie: il 3 maggio la decisione sulle parti civili

Il giudice dovrà pronunciarsi su chi sarà ammesso al processo: il nodo del liquidatore di Banca d'Italia, le difese lo vorrebbero fuori

Banche, proteste in piazza

Banche, proteste in piazza

Arezzo, 19 aprile 2019 - Bancarotta Etruria atto secondo, ma ancora siamo soltanto al prologo. La scena, virtuale quanto plastica, resta quella delle parti civili che chiedono di essere ammesse al processo e delle difese che naturalmente lavorano per motivare e ottenere il contrario. E le parti civili, sappiamo, sono oltre duemila, tra cui situazioni di grande risalto, come quella di Giuseppe Santoni, il liquidatore di Banca d'Italia. Una mattinata di schermaglie conclusa con una data: il 3 maggio il giudice si pronuncerà sull'ammissione o meno delle parti civili e di quali tra quante bussano alla porta del Tribunale.

Comunque è il ritorno in aula del processo per il crac, il ritorno in aula (metaforicamente perchè per ora non li ha visti nessuno) dei 25 big imputati, dopo una settimana che si è consumata nella battaglia davanti al Riesame sul maxi-sequestro conservativo di ville, palazzi e terreni, ma siamo lontani dal cuore della storia, cui si arriverà probabilmente solo a settembre, dopo la pausa estiva.

La scena, come previsto alla vigilia, l'hanno occupara per l'appunto le schermaglie procedurali. Innanzitutto quella fra le difese e il liquidatore della vecchia Banca, Giuseppe Santoni, di cui gli avvocati degli accusati chiedono l’esclusione dal banco delle parti civili. La questione è un po’ la stessa che è stata dibattuta negli ultimi giorni dinanzi al Riesame: sulla base del decreto di risoluzione, di quello sul bail-in e della delibera del governatore della Banca d’Italia che lo regola, il diritto di chiedere risarcimenti spetta a Santoni o a Ubi, ossia l’istituto che ha comprato l’ente-ponte, la Nuova Bpel cui apparentemente erano devoluti i danni causati eventualmente dagli ex vertici?

I giudici chiamati in causa hanno risposto in maniera diversa, ma il diritto del liquidatore di stare in aula col suo legale Giacomo Satta non l’ha messo in discussione neppure il Gup Giampiero Borraccia, quello che ha pronunciato la sentenza più favorevole ai Vip di Etruria, respingendo la richiesta di sequestro per i condannati col rito abbreviato, l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi.

Oggi si è ripartiti daccapo davanti al collegio presieduto da Gianni Fruganti, lo stesso che aveva disposto il blocco dei beni per sedici, e che dovrà dire una volta per tutte chi può entrare nel processo. Che escluda Santoni pare difficile, così come pare difficile che restino fuori la gran parte di coloro (circa 200) che si sono aggiunti alle parti civili private (azionisti e obbligazionisti azzerati) già costituite in udienza preliminari, circa 2 mila.

Le difese vorrebbero cancellare tutti, la questione resta controversa e si porta via l’intera udienza di questo venerdì santo, nella quale vuole entrare in processo anche il Comune di Arezzo, bocciato invece a suo tempo dal Gup Borraccia, e tornerà a tenere banco come dicevamo venerdì 3 maggio

Le solite eccezioni che stanno in apertura di ogni grande processo. Flanella, in attesa che si parta davvero, con l’audizione dei primi testimoni. Ma per quello bisognerà attendere che sia trascorsa la pausa estiva e che il collegio venga integrato dal giudice Angela Avila, un altro magistrato di esperienza per un caso che è forse il più clamoroso che sia mai stato affrontato a Palazzo di giustizia.