Bancarotta Etruria a tappe forzate: prima sentenza per gli accusati vip a metà giugno

Tempi stretti per i riti abbreviati, raddoppio delle udienze settimanali. Ecco il quadro delle singole situazioni

LA PROTESTA IN PIAZZA_13378098_034814

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Arezzo, 20 aprile 2018 - Il giudice della bancarotta Etruria infila gli stivali delle sette leghe e punta ad arrivare a sentenza entro il 13, al massimo il 15, di giugno. Come a dire un vero e proprio tour de force, perchè non ci sono solo i rinvii a giudizio (eventuali fino a prova contraria) per 27 ex amministratori, ma anche i giudizi abbreviati, cioè i processi veri e propri, per i vip dei vip: l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi, l’ex vicepresidente ed ex direttore generale (periodo quest’ultimo al quale si riferiscono le contestazioni) Alfredo Berni e l’ex consigliere Rossano Soldini, che paradossalmente da grande accusatore della gestione Fornasari (portò persino le carte in Banca d’Italia) si è ritrovato nei panni scomodi dell’accusato. In particolare i primi due, Fornasari e Bronchi, sono il vero cuore del caso di bancarotta.

Dal verdetto a loro carico, assoluzione o condanna, si capirà che aria tira: se è in arrivo una stangata o se invece, dopo il clamore mediatico di una storia che ha messo a soqquadro la cronaca e la politica, è in agguato un nulla di fatto. Nell'udienza di mercoledì il Gup Giampiero Borraccia ha ulteriormente accelerato sui tempi di marcia, aggiungendo agli appuntamenti di ogni mercoledì anche quelli del venerdì. Non ogni settimana, ma a scadenza comunque ripetuta.

Nel calendario ridisegnato dal giudice, la discussione tutt’ora in corso sui rinvii a giudizio per quanto hanno scelto il rito ordinario si dovrebbe esaurire entro un mese, il 18 maggio, con la replica del Pm Andrea Claudiani, che già a novembre aveva chiesto di mandare tutti a processo, adombrando l’esistenza di un comitato ombra che di fatto avrebbe governato la banca nel periodo più critico, dal 2009 fino al 2014.

Ne avrebbero fatto parte, appunto, Fornasari e Bronchi insieme ai vicepresidenti Giovanni Inghirami e Giorgio Natalino Guerrini. Se si tratta di uno scenario condiviso anche dal giudice lo si capirà proprio dalla sentenza sui riti abbreviati, il cui esame comincerà nell’udienza successiva alla fine della replica del Pm. Subito in scena un piatto forte, ovvero l’esame di uno dei grandi accusati, Luca Bronchi, che insieme al suo avvocato Antonio Bonacci ha deciso di sottoporsi al fuoco incrociato della cross examination di pubblico ministero, parti civili e difese.

Più incerta la scelta di Fornasari, che potrebbe limitarsi a rendere dichiarazioni spontanee, come già aveva fatto nel processo per ostacolo alla vigilanza dal quale è uscito assolto, sempre insieme a Bronchi, anche se ancora pende l’appello, appena rinviato di un anno. A seguire una raffica di udienze a ritmo ravvicinato, sette nel giro di nemmeno un mese. L’obiettivo di Borraccia è ovviamente di chiudere il caso bancarotta senza neppure arrivare alla pausa estiva, come pure era nei programmi fino a una settimana fa. E lì si vedrà se il caso Etruria è destinato ad avere una nuova vampata.