Baby boom a sorpresa: meno nati in Italia, qui aumentano

Il balzo è del 5,8% e conferma un trend stabile dal 2018. In provincia invece calano. Farnetani: sono gravidanze programmate e volute.

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di Silvia Bardi

In Italia si fanno sempre meno figli. La natalità è in continua diminuzione, ma ad Arezzo no. La città va in controtendenza ed è l’unica in Toscana a registrare il segno più. Una ripresa che si era cominciata a vedere già nel 2017, poi confermata nel 2018 e nel 2019. A dirlo sono i dati Istat. A livello nazionale il 2019, segna un calo di nascite del 4,45% rispetto all’anno prima. Accanto al nome di Arezzo, invece, appare un vistoso segno più (+5,84%). Confermato anche nel 2020: dal primo gennaio al 30 giugno 347 nascite, 34 in più rispetto ai primi 6 mesi del 2019, +10,86%. Fiducia nel futuro? Benessere? Ripresa economica? Genitori coraggiosi?Dentro ai numeri ci sta tutto. Ma il dato va analizzato bene. Se si va a vedere nel dettaglio a trainare il dato provinciale è il comune.

La provincia, infatti, senza Arezzo città continua a registrare un decremento, 1592 neonati nel 2018 e 1547 nel 2019, ovvero -2,82. Ma se si sommano le nascite della città i numeri volano in alto e i nuovi nati passano da 633 a 670. E’ stato Italo Farnetani insieme al sindaco Ghinelli e all’assessore Tanti a presentare lo studio demografico.

"Il fenomeno è Arezzo - spiega Farnetani - con un dato stabile da quasi tre anni perché si parla di concepimenti avvenuto a inizio 2017. E’ un fenomeno sociale. Dicono che i futuri genitori lavorano e programmano, che c’è un certo benessere economico, che ci sono servizi per la famiglia e che ci sono nonni che danno una mano". Di certo sono gravidanze in età cosiddetta matura per le donne. "Ormai la prima arriva intorno ai 31 anni, ma è un buon segno: è una età fra le più alte d’Europa, l’adolescenza da noi arriva fino ai 25 anni, ma una gravidanza programmata è la prima prevenzione contro i disagi infantili e le gravidanze indesiderate, vuol dire che i figli sono voluti e c’è sicurezza economica e sociale, Arezzo è a misura di bambino". "L’andamento – sottolinea il sindaco Ghinelli – è un indicatore di benessere, se letto invece in ottica amministrativa ci rincuora: pensiamo che tale curva risenta, in positivo, dei buoni servizi offerti ai genitori aretini con tariffe agevolate e posti negli asili". "Un sorta di pagella di fine mandato - insiste l’assessore Lucia Tanti – grazie alle 900 famiglie aretine che beneficiano dei servizi educativi, degli sconti a chi ha due figli, dell’azzeramento delle liste di attesa, dei voucher per le famiglie in difficoltà. Un investimento speso bene". In controtendenza anche il dato dei neonati stranieri, nel 2018 erano 160, nel 2019 sono 153, è un boom targato Arezzo.