Auto lungo il raccordo, file per i bus navetta

Per la prima volta cartelli di esaurito al Baldaccio. Lunghe attese a Cadorna e Eden. Macchine fino oltre la Parata. Camper anche al cimitero

Migration

L’altra Città di Natale. Da una parte quella della folla, delle attrazioni, dei mercatini. Dall’altra quella della conquista sudatissima di un posto per la macchina, di un metro guadagnato nel traffico. Vanno in parallelo, sono una il risvolto dell’altra.

Dalla mattina dall’autostrada arrivano segnali di rallentamenti tra Monte San Savino e Arezzo. E’ la direzione madre del mercatino, quella in arrivo da Roma. E gli effetti si vedono.

All’ora di pranzo i parcheggi sono già andati. E i numeri cominciano a riempire i social. Appare il primo cartello di tutto esaurito al Baldaccio, multipiano sempre escluso dai grandi numeri. A Cadorna ed Eden le code sono fisse: e spesso paralizzano via Signorelli. Non Porta Buia perché un addetto Atam chiude l’accesso quando la corsia interna è satura. E in un sistema di vasi comunicanti finisce che si riempie perfino il parcheggio di Arezzo Fiere. Era l’ultima frontiera, l’ultima prova del fuoco per i mercatini. Se riempiono anche quelli...detto e fatto. Chi arriva dal raccordo prima tenta di entrare in città, poi con la coda tra le gambe eccotelo tornare.

E girano le code di turisti ai bus navetta: perché a quei ritmi non ne basta neanche uno ogni quarto d’ora, sul filo dei minuti la fila si allunga. Cinque euro la sosta e il passaggio, sia andata che ritorno. Era nato solo per i camper, in realtà si allarga presto anche alle macchine: se programmi una giornata ad Arezzo vorresti fosse più completa possibile e non un toboga tra un’area di sosta e l’altra. E così perfino i camper vanno a cercare gloria altrove. Ne vedi decine parcheggiati nel piazzale del cimitero, che non sarà il massimo dell’allegria ma di sicuro è più vicino alla festa di quanto non sia il Centro Affari. Intanto l’altro Natale trita panini e posti a tavola.

E si perde sotto la torre del Comune. I Babbi Natale acrobati scalano le massime altezze, in casacca rossa e senza renne. Dall’alto la folla sotto sembra un’infinita serie di puntini, come certi giochi della settimana enigmistica. Solo tornando a terra ti rendi conto che è una marea di gente, che ha scommesso Arezzo sulla ruota del Natale.

Alpi