AstraZeneca esaurita, chiudono i poli vaccinali: c'è un recupero sulle dosi

Ancora nessuna certezza sull’arrivo dei rifornimenti, si va in lungo. Gli antidoti per gli over 70 a un terzo dei 37 mila di quell’età, ottantenni al 70%. Atteso Johnson

Il vaccino anti Covid

Il vaccino anti Covid

Arezzo, 9 aprile 2021 - Avevano appena cominciato a correre e sono già costretti a frenare. Le dosi di Astrazeneca sono finite, da stamani i poli vaccinali della provincia, a cominciare dal Palaffari, chiudono di nuovo i battenti e non si sa neppure per quanto. La dottoressa Anna Beltrano, responsabile della campagna di massa della Usl sud-est, alza le braccia.

Neppure lei sa quando arriveranno i rifornimenti. Potrebbe essere anche a prossima settimana avanzata, il che significherebbe uno stop ben altrimenti significativo di quello di un giorno prima di Pasqua che già aveva scatenato polemiche.

Ma certo la fonitura in quantità massicce del più discusso degli antidoti, quello di cui ogni settimana cambiano i consigli sull’età vaccinabile (ora siamo agli over 60) non dipende dall’azienda sanitaria e nemmeno dalla Regione, che pure di ritardi, soprattutto sugli anziani, ne ha accumulati parecchi.

Neanche dal governo, se è per questo, è tutta una questione di rapporti con Big Pharma, il complesso delle multinazionali del farmaco, ma fra cui i gigante anglosvedese del siero di Oxford non è di sicuro il più trasparente sul mercato. Unica consolazione è che da Pasqua in poi la campagna di massa abbia preso un ritmo che non aveva mai raggiunto in passato.

Dopo le tremila dosi del picco festivo (Pasqua e Pasquetta) si è andati avanti a colpi di un migliaio di vaccinazioni al giorno, quasi tutte (fanno eccezione gli over 80 coi medici di famiglia) nella fascia dei settantenni, che a questo punto sono stati messi al sicuro (almeno con la prima dose) per un terzo: 9-10 mila sui 27-30 mila compresi in questa fascia d’età.

Mille iniezioni ogni 24 ore non sono ancora il pieno ritmo di cui si era parlato a gennaio (2 mila al giorno, richiami compresi, per arrivare all’immunità di gregge a ottobre) ma sono comunque il segno di un piano che era sulla rampa di decollo prima di questo nuovo stop.

Lo dice anche il recupero che la provincia registra (dati ufficiali della Regione) rispetto ai ritardi accumulati nella prima fase. Siena è ormai a oltre 74 mila dosi somministrate fra Usl e azienda ospedaliera delle Scotte, ma Arezzo raggiunge quota 68 mila. Le diecimila vaccinazioni di ritardo che sono rimaste costanti per settimane si assottigliano a seimila, anche se le percentuali sulla popolazione totale restano lontane: a Siena il 27 per cento, qui il 20, mentre la media della Toscana è al 22.

C’è ancora da correre, insomma, per rimettersi in linea ma il traguardo è un po’ meno lontano. Anche perchè la campagna di protezione degli over 80 che a lungo è stato il vero tallone di Achille della Toscana, penultima a livello nazionale, e anche di Arezzo, sta adesso procedendo a una velocità diversa. I medici di famiglia, che si sono detti disponibili a vaccinare anche di sabato, sono, secondo le cifre della Usl, al 70 per cento degli anziani, che sono anche in questo caso poco meno di trentamila.

Di questo passo, dovrebbero essere rispettate le date del 25 aprile per esaurire le prime dosi e del 15 maggio per i richiami. A quel punto, contando anche sul fatto che la prossima settimana ala Usl sperano di dare una bella scorciata alla lista dei fragili da chiamare negli ospedali, Pfizer e Moderna dovrebbero essere disponibili anche per la popolazione generale e non solo per categorie specifiche.

Entro aprile potrebbero arrivare anche i primi rifornimenti di Johnson & Johnson, unico monodose. Serviranno a sostituire Astrazeneca, se viene riservato ai soli over 60