Truffa Etruria, processo dimagrisce: raffica di querele ritirate. Conte: risarciremo tutti

I racconti della vittime: mai saputo cosa fossero le subordinate. Ma molti di loro ora rimborsati escono dal giudizio, In serata il premier incaricato vede gli azzerati VIDEO

Giuseppe Conte (Dire)

Giuseppe Conte (Dire)

Arezzo, 24 maggio 2018 - Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, promette: risarciremo tutti i truffati del caso banche. In serata il futuro premier ha visto per una mezzoretta una delegazione degli azzerati al termine delle consultazioni. A quanto si apprende l'incontro con i delegati dei risparmiatori delle banche venete e di Etruria, è avvenuto alla Camera.Il tutto accade nel giorno di un'altra udienza chiave dei processi per il crac della banca aretina.

Doveva essere la mattina in cui le presunte vittime della truffa Etruria raccontavano la loro disavventura ed è stata anche quella. Ma l'udienza del processo in cui in 37 sono (erano?) accusati di truffa o istigazione alla truffa diventa soprattutto l'occasione per una remissione di massa delle querele contro gli accusati. Quasi tutti i risparmiatori sono stati nel frattempo rimborsati all'80 per cento, qualcuno ha vinto l'arbitrato e ha riavuto indietro i suoi soldi per intero. Non c'è più l'interesse dei singoli dunque a perseguire i responsabili della vendita delle subordinate.

Ecco dunque che su una decina di truffati, sette o otto annunciano in diretta, dal banco dei testimoni, su domanda all'inzio degli avvocati difensori e poi direttamente del Pm Julia Maggiore, la loro intenzione di rinunciare a proseguire nel procedimento penale. E' sufficiente a chiudere qui il processo per molti degli imputati, direttori di filiale o semplici impiegati? La questione è complessa. Fino a pochi mesi fa la truffa aggravata era perseguibile d'ufficio, anche senza la querela di parte. Ora c'è stata una modifica normativa in base alla quale per procedere comunque serve la rilevante quantità del danno.

E' quanto dovrà decidere nel pomeriggio il presidente della sezione penale del tribunale Gianni Fruganti nel corso di un'udienza stralcio sulle prime posizioni. E' chiaro però che la sua scelta farà giurisprudenza anche per gli imputati successivi in odore di stralcio. Venissero sfoltiti i ranghi degli accusati si alleggerirebbe anche la situazione dei cinque dirigenti presunti istigatori. Loro resteranno nel processo fino a quando ci sarà anche un solo episodio di truffa su cui decidere, ma una cosa è rispondere di trenta istigazioni, un'altra di una sola.

Intanto in mattinata i primi dei truffati hanno raccontato anche come furono convinti a sottoscrivere i bond azzerati. Sono quasi tutti anziani, quasi tutti con un livello modesto di istruzione, quasi tutti ignari degli strumenti finanziari che venivano loro sottoposti. Hanno perso, almeno quelli sentiti stamani, fra i 10 e i 40 mila euro, con l'eccezione della prima, una signora ultraottantenne di Castiglion Fibocchi, che ci ha rimesso 85 mila euro. Tutti hanno spiegato che non sapevano cosa fosse una subordinata e che in banca nessuno glielo spiegò. Dei Mifid gli fu detto che erano documenti che non contavano niente e loro firmarono senza consapevolezza dei profili di rischio loro assegnati. "Ero un fanatico della banca - ha spiegato un altro ottantenne - mi fidavo ciecamente. Quando mi hanno detto che avevo perso tutto ho avuto un collasso e da allora non mi sono più ripreso".