Sugar diventa Palazzo della moda: pret-a-porter fra affreschi e mosaici

Domani l'apertura del nuovo negozio che occupa per intero l'antica dimora storia dei Lambardi. All'ultimo piano relais di lusso. La visita in anteprima

Beppe Angiolini nel nuovo atelier

Beppe Angiolini nel nuovo atelier

Arezzo, 31 agosto 2018 - E’ SEMPRE Sugar, ossia uno dei dieci negozi di abbigliamento più eleganti d’Italia secondo le classifiche dei giornali specializzati, ma ormai più che una sfilata di vetrine è un vero e proprio palazzo della moda, un atelier che farebbe il suo figurone in via Montenapoleone o in un’altra delle grandi vie del pret-a-porter di lusso.

Eh sì, Beppe Angiolini, ossia colui che andava a cena a Downing Street ai tempi della Cool Britannia di Tony Blair, ce l’ha fatta a portare fino in fondo il suo mega-progetto di commerciante, stilista (disegna linee per Scervino) e influencer fra i più quotati nel mondo dorato della moda: trasformare Palazzo Lambardi, antica dimora patrizia nella parte alta del Corso, davanti alle vecchie vetrine di Sugar, in un tempio dell’eleganza, maschile e femminile a tutto tondo, con relais di lusso all’ultimo piano. Domani l’apertura, in coincidenza con l’Antiquaria, anche se l’inaugurazione ufficiale è fissata per il 13 settembre.

Fuori e dentro il palazzo i lavori di allestimento sono ancora in pieno svolgimento: è tutto un rincorrersi di falegnami, muratori, fabbri, commesse che spostano gli abiti dal vecchio negozio. Ma nella confusione generale, con Angiolini che pare un generale che dà ordini nel pieno di una battaglia, si intuisce già la dimensione del disegno generale: non più un piano terra ma un intero edificio dedicato alle grandi griffes.

L’INGRESSO è quello dello storico Palazzo Lambardi, la cui galleria sfocia in un atrio all’aperto, cui si accede anche dalle vetrine laterali che si aprono a fianco del portone principale. Da un lato, a sinistra, l’abbigliamento femminile, dall’altro a destra, quello maschile. Non solo al piano terra ma anche al primo, che è poi quello nobile con i saloni principali.

«Li abbiamo lasciati com’erano - spiega Angiolini - mi piace il contrasto fra l’ipermoderno dell’allestimento e le antiche mura». Molte delle quali, per inciso, sono affrescate o comunque decorate. In un angolo è rimasto un camino di stile vasariano, dall’altro, chiuso da uno sportello che lo protegge, un piccolo affresco (una Madonna) di Spinello, uno dei grandi pittori della scuola aretina. Senza dimenticare il pezzo forte al piano terra, ossia il mosaico romano (apparteneva a una Domus imperiale) riscoperto nel 2007 durante i primi lavori di ristrutturazione.

LÌ VERRÀ allestito una specie di salotto in cui i clienti potranno sostare. A fianco il bar, sul retro il giardino. «La mia idea - spiega Beppe - era di far vedere la solidità delle nostre radici aretine nell’epoca in cui l’on-line dà la cifra di un mondo globale». All’ultimo piano il relais: 12 stanze con allestimento di livello, fra le quattro e le cinque stelle. Tutto nel segno dell’eleganza glamour. Reception al piano terra, insieme al negozio, apertura ancora da definire. E i vecchi negozi? Angiolini che ne è proprietario non vuole abbandonarli: «Potrebbero ospitare il vintage e le vendite on line». Che sono ormai il grosso del fatturato di Sugar in tutto il mondo. Che la parte alta del Corso Italia sia destinata a diventare Corso Sugar?