L'estate col Covid, Scala: "Non abbassiamo l'attenzione"

Il virsu non molla, il direttore della pneumologia del San Donato: "Essenziale l'uso delle mascherine"

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Arezzo, 1 luglio 2022 - Credevamo di esserci lasciati tutto alle spalle, invece all’inizio dell’estate mentre abbiamo a che fare con temperature altissime, siamo nel bel mezzo di un nuovo picco di contagi da Covid. Come mai? Lo chiediamo a Raffaele Scala direttore del reparto di Pneumologia dell’ospedale San Donato di Arezzo. Il virus procede come fossimo ancora in pieno inverno perché?

«Da una parte abbiamo completamente azzerato le misure di protezione individuale dimenticandoci spesso di usarle, viene disattesa la raccomandazione all’uso delle mascherine. Dall’altra c’è la voglia della gente di un ritorno alla socialità e alle abitudini precedenti che prima si erano annullate. C’è stato il Saracino e molte occasioni di incontro, specialmente tra i ragazzi, ecco perché vediamo tra i contagi soggetti anche molto giovani».

La recrudescenza del virus ha portato in sole 24 ore anche a più di 500 contagi in provincia, numeri così si erano visti solo a inizio primavera, e questi sono solo i casi accertati, saranno molti di più gli asintomatici?

«C’è da dire che la diffusione del virus riguarda i contagi ma non la pressione nelle strutture ospedaliere. Fortunatamente non c’è nulla di comparabile a quanto accaduto fino alla quarta ondata. Quelli di questa quinta fase sono ricoveri occasionali, scopriamo il Covid per caso quando all’ingresso in ospedale per patologie usuali viene fatto il tampone. La pneumologia non è sotto pressione in questo momento. Il virus è diverso rispetto a quelli che circolavano nelle passate stagioni calde, che erano più aggressivi dal punto di vista polmonare, ma non erano contagiosi come le varianti Omicron».

C’è chi si chiede ancora se il vaccino non abbia fatto effetto…

«Il vaccino previene la malattia non l’infezione. In più con la variazione strutturale del virus anche la capacità di copertura del vaccino è più bassa». Cosa possiamo fare per non ammalarci e bloccare la diffusione del virus? «Mantenere alto il livello di allerta perché abbiamo imparato che più circolano i virus più il rischio è alto per i soggetti fragili, ma anche i vaccinati possono sviluppare problemi nonostante questo virus abbia meno penetrazione a livello polmonare. Ecco perché l’uso della mascherina dove ci sono assembramenti è fondamentale. La consiglio al supermercato e ovunque si creino file o non sia rispettata la distanza. Basterebbe la chirurgica indossata ogni volta che ci troviamo temporaneamente in luoghi affollati come stadi, cinema. E poi non scordiamoci una pratica fondamentale, quella del lavaggio delle mani e dell’igiene personale».

Che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?

«In autunno e inverno la diffusione del virus peggiorerà ma dipende tutto da noi e dalla nostra capacità di aver assimilato la lezione: non torneremo alla situazione delle prime ondate abbiamo mascherine, vaccino e anti virali, ma il colore del futuro dipenderà dai nostri comportamenti. Magari verranno fuori nuovi vaccini che avranno capacità protettive diverse tarate sulle nuove varianti, ma dobbiamo entrare nell’ottica di una coesistenza col virus».