E' Tania Ferrucci la vincitrice del Premio Diari con Guccini

La drammatica storia di violenze, droga e prostituzione di un ragazzino che voleva essere donna. La comparsata in videoconferenza del cantautore e scrittore

La vincitrice di Pieve

La vincitrice di Pieve

Arezzo, 20 settembre 2020- E' Tania Ferrucci, classe 1960, napoletana, una vitta drammatica alle spalle, la vincitrice dell'edizione 2020 del Premio Diari di Pieve Santo Stefano, con la sua autobiogafia, intitolata "Nei miei Okki". Il nome del diario scelto dalla giuria nazionale, con tanti bei nomi della cuttura italiana, , è stato appena annunciato sul palco della cerimonia finale, a Pieve Santo Stefano. L'ospite principale del pomeriggio è stato Francesco Guccini, il cantautore e scrittore che quest'anno ha compiuto ottant'anni. La giuria non ha avuto dubbi premiando Tania per la sua scrittura che “chiama a testimone il lettore  interrogandone la coscienza, per il coraggio di porre interrogativi ai quali non ci sarà mai risposta: perché sono diversa, come si fa ad essere amati, perché mia madre  è stata così feroce”. Tania che nella scrittura trova forza e  riscatto. "L'Archivio è una invenzione meravigliosa - dice dal palco - tutti i candidati sono diventati miei amici, sette belle storie, sette belle persone, complimenti a tutti agli attori che hanno letto e a chi ha suonato e a Perrotta per il suo magnifico spettacolo di ieri sera, un bes" conclude lanciandogli un bacio. 

Tania mie amici mi hanno convinto sete candidati ora tutti diventati amici sette belle storie sette belle persine compienti ai chi suina a Perrotta un bes questo posto se non era per questa occasione io non credo che venivo sono 20 anni che vivo a Milano questo posto è veramente un bel post ci sono belle persone siete magnifici si mangia ben aria buona magari se scriverò secondo libro e metterò le persine che ho conosciuto qui

Premia Fabio perirai dir banca credito ecco e Albano bragagni preisdnet archivio 

 

Una invenzione meravigliosa per il paese

 

Tania è un bambino. Ha sette anni. Tania è destinato ad essere una preda. Forse in lui i mostri, gli adulti uomini, ci vedono già una femmina. Un piccolo corpo da violentare, usare, abusare, comprare. Ci si può difendere a sette anni quando si sogna di volare, di essere da un’altra parte, di essere qualcos’altro, di scappare? Ma Tania i sogni non può permetterseli, è nata negli anni Sessanta nei bassifondi di Napoli, nella miseria.

E’ un’autobiografia che va dal 1960 al 2010 quella che Tania Ferrucci, oggi sessantenne, scrive e invia all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, uno degli otto diari finalisti al Premio Pieve dal titolo “Nei miei okki”. Tania a 7 anni subisce la sua prima violenza da uno dei tanti uomini che frequentano la casa della madre che fa la prostituta: “Il predatore incominciò a toccarmi a dire dai non ti muovere che dopo ti porto alle giostre e ti compro tanti giocattoli. All’improvviso come una iena mi prese con forza, gridavo strillavo ma lui mi mise la mano davanti alla bocca e un’altra sul ventre tirandomi all’indietro e con furia mi abbassò il pantaloncino quasi a strapparmelo”.

Come spesso succede quando non si riesce e sfamare bocche, si finisce per mandarle in collegio, ma Tania dopo il collegio non torna a casa, finisce in strada a chiedere l’elemosina. Si è sempre sentita diversa, sin da piccola e presto comprende perché, si svela la sua natura: “Col tempo diventavo sempre una metamorfosi al femminile come il bruco e la farfalla, come il brutto anatroccolo trasformato in una bella fanciulla!”. Tania fanciulla, a soli 13 anni vende il proprio corpo per sopravvivere sommando dolore al dolore. La prima volta è al Colosseo, luogo frequentato da tanti ragazzi in cerca di clienti che qui sanno di trovarli. E il racconto della sua prima volta è terribile:

“Mi guardò come se fossi un frutto prelibato da mangiare. Mi fece cenno di salire, poi disse quanto ti prendi, io non ci volevo stare e per far si che mi facesse scendere dissi 100mila lire anticipate, ma che, il tipo non si sbalordì e mettendo le mani in tasca, poteva avere un milione, mi diede le 100. Il cliente porco incomincio a toccarmi a mettermi le mani sulle gambe io mi irrigidivo ma lui niente. 13 anni a quella età il mio primo cliente a Roma sul marciapiede del Colosseo”. Non basta, perché chiamati dal cliente ne arrivano altri otto: “Arrivarono all’improvviso due auto con otto persone dentro; scesero tutti e otto, erano amici del porco e una trappola per me. Prima mi violentarono uno alla volta mentre gli altri mi tenevano stretta come fossi un cerbiatto da scotennare e lì in macchina alla loro merce mi fecero di tutto, oltre a essere offesa e picchiata selvaggiamente a sangue con bastoni e pietre, fui massacrata lacerata e lasciata nuda per terra. rimasi a terra per un paio d’ore svenuta collassata con il mio corpicino indolenzito e fatto a pezzi”.

Tania per molti anni vive tra Napoli, Roma, Firenze e altre province del centro Italia, completa la sua metamorfosi femminile e si sottopone alla vaginoplastica. E’ ancora più desiderata dai clienti, ma lei cerca inutilmente l’amore vero. Si autodistrugge con alcol, droghe, carcere, entra e esce dalle case di recupero, finché si lega alla comuni tà Saman dove, nel 2005, conclude il percorso di disintossicazione. Finalmente libera dalle dipendenze lascia la strada e trova un lavoro vero come assistente sanitaria e segretaria. A sessant’anni guardando indietro riesce ancora a trovare del bello nel suo presente: “Guardo la mia nuova vita con serenità, tutto ciò che è di buono, di puro, di sincero, di vero, di amore ciò che ho sempre desiderato di avere nei miei okki fino alla fine dei miei giorni grazie vitamia”.