Poste, ancora una settimana calda: sciopero degli straordinari fino al 20

La protesta contro il piano di riorganizzazione che vede la Toscana come regione pilota. Situazione difficile ad Arezzo e Prato

Un postino

Un postino

Arezzo, 13 agosto 2017 - ANCORA sciopero degli straordinari fino al 20 agosto. Non si ferma la protesta alle Poste dopo la riforma che ha visto Arezzo come test iniziale, peraltro in mezzo a un mare di polemiche. E’ la Uil che va all’attacco, «Una mobilitazione necessaria - spiega il segretario toscano Renzo Nardi - Siamo di fronte alla totale assenza di risposte alle nostre richieste di migliori condizioni di lavoro e di qualità del servizio. La situazione è arrivata a livelli inaccettabili e fino a che non arriveranno impegni concreti, non ci fermeremo». Lo sciopero, scattato il 22 luglio, è motivato dalla «cronica assenza di personale, peggiorata da continui esodi e dal periodo delle ferie estive, dalle continue ed eccessive trasferte richieste ai lavoratori per sopperire alle carenze».

C’È POI la situazione di Arezzo e di Prato, un quadro allarmante secondo la Uil, con i lavoratori di fatto «abbandonati a seguito della riorganizzazione del recapito». Il sindacato chiede la trasformazionedei contratti part-time a full-time, «così da sopperire alla preoccupante diminuzione della forza lavoro causata dal massiccio e inarrestabile ricorso agli esodi incentivati, e per dare una migliore prospettiva ai giovani, che oggi si trovano ad avere un salario troppo basso». E ancora la protesta verte sulla necessità di sostituire «mezzi di lavoro obsoleti e inadeguati che vengono cambiati troppo a rilento». Contestato inoltre «il massiccio utilizzo per il recapito di contratti a tempo indeterminato, spesso senza rispettare le norme contrattuali e su più zone contemporaneamente ben oltre il normale orario di lavoro previsto».

CONCLUDE Nardi: «A oggi l’azienda si è dimostrata del tutto inadempiente rispetto ad alcune problematiche che riguardano i lavoratori, ma anche i cittadini. Non possiamo accettare la cronica carenza di personale, aggravata dai pensionamenti, né la decisione unilaterale sul passaggio delle inesitate, cioè il ritorno della consegna di raccomandati e atti giudiziari non consegnati negli uffici postali. A lavoratori e cittadini servono risposte da Poste Italiane che da troppi mesi non arrivano».