Aretino e volontario della Croce Bianca, entusiasta del nuovo lavoro: chi era la vittima

La tragedia di Camucia scuote la città e gli amici. Sarà l'associazione di volontariato a farsi carico dei funerali

Giancarlo Andreoni

Giancarlo Andreoni

Arezzo, 27 ottobre 2018 - STA ANDANDO verso Camucia con un groppo alla gola e ricorda quel collega andato a morire travolto da un camion dei rifiuti. «Era volontario con me in Croce Bianca - ricorda - un uomo attivo nel sociale e nel campo della solidarietà. Ci avevo parlato di recente, si era detto entusiasta di questo nuovo lavoro nella cooperativa. Gli piaceva, andava a lavorare con il sorriso e non lesinava impegno, si trovava bene anche con i nuovi colleghi. Questo mi diceva e adesso mi pare impossibile che Giancarlo non ci sia più».

SONO SENZA FIATO i volontari dell’associazione di via Società Operaia: si conoscono tutti, fanno squadra e Andreoni era uno di loro. E sarà proprio la Croce Bianca a farsi carico dei funerali una volta che il giudice avrà concesso il nulla osta alla sepoltura. Ovviamente, come succede in occasioni come queste, il corpo di Giancarlo Andreoni è stato messo sotto sequestro in attesa dei successivi esami. E in procura è stato subito aperto un fascicolo ma sarà l’inevitabile inchiesta a dover chiarire le eventuali responsabilità per l’accaduto.

LA MORTE dell’operaio della cooperativa Futura torna a chiamare in causa la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ben quattro sono adesso le vittime da agosto a oggi, un dato che fa sensazione. Nove erano state nel 2016 le morti e altrettante nel 2017; e il 2018, che ha già raggiunto quota 8 (e speriamo non la superi) non farà eccezione a questa triste regola che parla di poco meno di una vittima al mese. Il fenomeno era stato messo sotto la lente appena mercoledì scorso in prefettura dal tavolo di lavoro dedicato alla sicurezza in ambienti lavorativi che si era svolto in prefettura.

Un incontro voluto dal prefetto Anna Palombi e organizzato «alla luce dei gravi incidenti, alcuni, purtroppo, con esiti mortali, che si sono verificati in provincia». Lo scopo era quello di svolgere un’approfondita analisi sullo stato della sicurezza individuando i settori ritenuti maggiormente esposti a rischio per condividere le possibili strategie di prevenzione, formazione ed informazione.

IL COMPITO sta diventando di giorno in giorno sempre più urgente come le fredde cifre riportano, registrando oltretutto una crescita esponenziale negli ultimi tre mesi. In agosto la morte di Marco Dal Cimmuto, operaio di 33 anni che veniva da Sulmona in Abruzzo e che è andato a spegnere la sua vita a Monte San Savino, folgorato da un cavo dell’alta tensione. Poi, poco più di un mese fa la tragedia dell’Archivio di Stato e la morte assurda di Piero Bruni e di Filippo Bagni, uccisi da una fuoriuscita di gas argon. Adesso arriva l’incidente di Camucia. Una spirale di morte che non ha fine.