Martina, le arringhe della difesa: caduta al centro del terrazzo, niente violenza sessuale

Ora manca solo la sentenza, che potrebbe arrivare alla prossima udienza, il 28 aprile

Martina Rossi

Martina Rossi

Firenze, 14 aprile 2021 - Assoluzione perché il fatto non sussiste. Questa la richiesta avanzata dall'avvocato Stefano Buricchi nella sua arringa in difesa di Luca Vanneschi, uno dei due imputati per tentata violenza sessuale nel processo di appello bis sul caso di Martina Rossi, la studentesca genovese morta precipitando dal balcone di un hotel il 3 agosto del 2011 a Palma di Maiorca (Spagna).

Nel pomeriggio ha svolto la sua arringa anche Tiberio Baroni, legale dell'altro imputato, Alessandro Albertoni. La sentenza è prevista per il 28 aprile. Il legale di Vanneschi ha sostenuto la tesi secondo cui la giovane non sarebbe scivolata mentre cercava di passare da un terrazzo all'altro nel tentativo disperato di evitare una violenza sessuale, come ritenuto dall'accusa, ma sarebbe caduta dal centro del balcone, il che aprirebbe a varie ipotesi: un volo accidentale perchè si era sporta troppo dalla ringhiera mentre vomitava dopo aver fumato una canna (scenario sostenuto anche da Baroni) o potrebbe anche essersi gettata volontariamente nel vuoto.

Tra gli argomenti a favore di questa ricostruzione, il legale ha ricordato il racconto di una testimone oculare che si trovava fuori dall'albergo, e le conclusioni della relazione di un consulente tecnico della difesa, in base alle quali se la studentessa fosse scivolata sarebbe dovuta cadere in un punto diverso da quello dove fu trovato il corpo. I due imputati avevano anche presentato nelle scorse settimane istanza di ricusazione nei confronti del presidente della corte Alessandro Nencini, che è stata rigettata dalla corte di appello.