Processo per Martina, lo psicologo e l'amica: mai mostrato tendenze al suicidio

In cura l'ultimo anno di liceo per una depressione d'amore. Ridimensionati i due episodi autolesionistici emersi durante le indagini

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 25 maggio 2018 - Martina non mostrò mai tentazioni di suicidio o una fragilità psicologica tale da far temere un suo gesto autolesionistico. E' quanto raccontano in aula, nell'udienza mattutina del processo, lo psicologo che la ebbe in cura l'ultimo anno di liceo, e la prima delle amiche chiamate a testimoniare e a delinearne la personalità. Il primo a presentarsi sul banco dei testimoni è il dottor Pietro Ciliberti, lo specialista di malattie nervose appunto.

Martina, spiega, nell'anno della maturità al liceo classico Andrea Doria, uno dei più prestigiosi di Genova, soffriva di crisi di ansia e attacchi di panico che lui curò con alcuni psicofarmaci non particolarmente potenti. La ragazza era riluttante ad assumerli, nonostante la crisi legata in parte all'ansia dell'esame imminente e per il resto al dolore per la fine della storia d'amore con un coetaneo, ma quando medico e paziente si rividero, dopo che lei si era già iscritta all'università, trovai un'altra persona, più consapevole e più matura.

I disturbi erano passati e a quanto risulta allo psicologo Martina era perfettamente guarita quando partì nell'agosto 2011 per la vacanza a Palma di Maiorca nel corso della quale perse la vita, morte di cui adesso sono accusati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due ragazzi di Castiglion Fibocchi che avrebbero tentato di stuprarla, inducendola a cadere mentre tentava di sfuggire alle loro molestie scavalcando il balcone della stanza d'albergo degli aretini.

La seconda a entrare in aula è una delle amiche del cuore della studentessa genovese, che la conosceva fin da quando facevano le medie insieme. Anche lei parla di una ragazza normale, coi vezzi e i difetti di quelle della sua età, timida nell'approccio con l'altro sesso ma decisa a ottenere quello che voleva. L'amica ridimensiona anche i due tentativi autolesionistici emersi nel corso delle indagini: la madre che l'avrebbe trattenuta dal gettarsi dal balcone nella casa delle vacanze a Imperia (tutto un equivoco) e i tagli col vetro di un bicchiere durante una festa.

Mentre il Pm Roberto Rossi e gli avvocati di parte civile fra cui Luca Fanfani valorizzano al massimo quando emerge di positivo sulla vita di Martina dai due racconti, gli avvocati difensori Tiberio Baroni e Stefano Buricchi, provano a mettere in evidenza le supposte fragilità psicologiche della giovane, quelle che potrebberò aver innescato una tragedia dovuta, nello scenario della difesa, a un suicidio.