Martina, i testi danesi confermano: l'urlo di donna e poi i passi di corsa per le scale

Sentiti in videoconferenza nell'aula della corte d'appello di Firenze. Udienza di quattro ore, battaglia di eccezioni e di domande

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 21 settembre 2018 - Hanno confermato tutto quanto avevano già detto nel corso delle indagini preliminari ma che non poteva essere utilizzato nell'aula del processo per la tragica fine di Martina Rossi. E' una sequenza da brividi quella che raccontano in videconferenza dalla Danimarca all'aula degli affreschi della corte d'appello di Perugia, dove è presente un traduttore,  i due testi danesi, padre e figlia, che occupavano la stanza d'albergo vicina alla 609 da cui la studentessa genovese volò giù all'alba del 3 agosto 2018.

Siamo stati risvegliati, dicono i due turisti, prima il padre e poi la figlia, da un urlo di donna, quasi disumano. Per l'accusa è quello di Martina che sta precipitando dopo aver perso la presa mentre scavalcava il balcone per sfuggire al tentativo di violenza dei due ragazzi di Castiglion Fibocchi imputati, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

Poi, padre e figlia che ovviamente non vedono niente (la porta della loro camera resterà sempre chiusa, la terza persona presente in camera, la compagna di lui e madre della ragazza ora venticinquenne) sentono un rumore precipitoso di passi che per loro provengono proprio dalla 609 e che si dirigono di corsa verso le scale, in discesa. Sempre per l'accusa è Albertoni che scende, perchè secondo tutte le testimonianze Vanneschi prese l'ascensore.

Ma se così fosse, si aprirebbe un buco nella versione che i due ragazzi hanno sempre dato prima di chiudersi nel silenzio dopo essere stati indagati, che cioè in camera, quando Martina cadde, c'era soltanto Luca: Alessandro, dicono, era già sceso dalle amiche di lei per chiedere aiuto da quallo che definivono l'improvviso impazzimento della ragazza. E se la versione non regge, è tutto il caso di Martina che torna in discussione, riproponendo i dubbi che hanno indotto la procura a contestare i reati di tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato.

L'udienza va avanti per quattro ore, fra eccezioni preliminari della difesa, domande del Pm Roberto Rossi, degli avvocati di parte civile, Luca Fanfani e Stefano Savi, e dei difensori dei ragazzi, Stefano Buricchi e Tiberio Baroni, che prima cercano di impedire la videoconferenza (ma le eccezioni vengono tutte respinte) e poi bersagliano di quesiti i due danesi, ripresi da una telecamera fissa che ritrasmette le immagini in Italia. La traduttrice rende le domande italiane in danese e poi traduce dall'altra lingua le risposte.