Schianto col Piper nell'atterraggio in Croazia: chi sono i 4 aretini del volo-brivido

La cronaca di una mattinata drammatica. Per tutti solo ferite leggere, già di ritorno verso l'Italia

Romolo Vanni, uno dei protagonisti del drammatico atterraggio

Romolo Vanni, uno dei protagonisti del drammatico atterraggio

Arezzo, 10 agosto 2018 - UN MALEDETTO piano di vo- leva poteva costare la vita ai quat- tro aretini precipitati mercoledì con un Piper all’aeroporto di Lus- sino, in Croazia, in fase di atter- raggio. L’avventura è finita so- stanzialmente a lieto fine anche se due di loro sono stati operati all’ospedale di Fiume per la ridu- zione delle fratture riportate. Il più grave è un noto dermatologo che ha lavorato per anni all’ospe- dale San Donato prima della libe- ra professione, Giampiero Arma- ti; l’altro, che si è rotto un piede, si chiama Pasquale Gallorini. Po- chi graffi per l’avvocato Romolo Vanni e per Roberto Metelli, uffi-ciale di marina in congedo. Ma è un miracolo che l’incidente non sia finito in tragedia: il piccolo ve- livolo si è infatti schiantato con- tro un gruppo di alberi ai margini della pista in località Artatore e l’impatto lo ha ridotto in un am- masso di lamiere. «Per fortuna non ha preso fuoco - dice solleva- ta Betarice Vanni, anche lei avvo- cato come il padre Romolo - biso- gna accendere un cero alla Ma- donna». E forse non ne basta uno.

MA SEGUIAMO passo passo la gita aerea dei quattro aretini. Il de- collo avviene a Molin Bianco po- co dopo le 8 del mattino di merco- ledì, il volo è assolutamente tran- quillo, non ci sono problemi per i quattro a bordo, tutti esperti pilo- ti, da decenni col brevetto e con alle spalle ore su ore di trasvolate. Il tragitto è breve, un’ora e mezza circa e il Piper atterra a Lussino. Gli amici scendono, due chiac- chiere, un caffè, e poi intorno alle 11 decidono di ripartire per non incorrere in un fronte temporale- sco annunciato in Appennino. C’è però una regola da seguire, ov- vero predisporre il piano di volo ma per inceppi burocratici non è possibile farlo nell’isola croata. «Intanto decollate e il piano fatelo via radio con l’aeroporto di Pola» viene detto agli aretini. Che così fanno.

DECOLLANO e via radio si met- tono in contatto con Pola ma da lì la risposta è negativa: il piano di volo non si può fare via radio, ser- ve il telefono ma nell’abitacolo del Piper c’è troppo rumore, im- possibile il collegamento tramite cellulare.

A QUEL PUNTO resta una sola opzione, il dietrofront. Di nuovo un atterraggio a Lussino, da terra una telefonata a Pola per il piano e poi si riparte. Intanto è quasi mezzogiorno, il ve- livolo si allinea alla pista di atter- raggio in località Artatore, le ruo- te toccano terra ma a un certo pun- to, per cause da chiarire ma che non sembrano dipendenti da erro- re umano, l’aereo derapa. Esce di pista a destra. Impatta con violen- za contro gli alberi. In aeroporto pensano subito alla tragedia, di so- lito un urto del genere non dà scampo anche perché spesso e vo- lentieri un aereo prende fuoco, tanto più se, come in questo caso, il serbatoio era pieno. Stavolta, per fortuna, non va così: Vanni e Metelli scendono da soli dal Piper, non ce la fanno invece Armati e Gallorini a causa delle fratture riportate. I soccorsi sono immediati, i quattro aretini ven- gono trasferiti in elicottero all’ospedale di Fiume dove i feriti sono sottoposti in giornata a un intervento chirurgico. Pratica- mente illesi gli altri due che già in nottata sono stati dimessi. Tutti, grazie al cielo, potranno raccontarla questa avventura da miracolati.