La grande crisi degli alberghi: occupata una camera su 4, presenze dimezzate

I primi dati sul mese di agosto, il giudizio dell'ex assessore Comanducci, leggera ripresa col turismo di prossimità e qualche straniero

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Arezzo, 3 agosto 2020 - Mettiamo subito le mani avanti: storicamente non è mai stato agosto il mese del turismo. In agosto la gente va in mare e va in montagna mentre nelle città d’arte il caldo è spesso opprimente e ne sappiamo qualcosa dopo giorni passati dentro una bolla sahariana che ha messo a dura prova la nostra pazienza. Sarebbe però sbagliato mettere la testa sotto la sabbia e ignorare la realtà che ci circonda, realtà che parla di un calo a picco delle presenze. L’osservatorio della Confcommercio, sempre puntuale nel misurare il polso della situazione, calcola a spanne che solo il 25% dei posti letto siano occupati nel comune di Arezzo, dato dimezzato rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Le cifre dicono che nel territorio comunale sono complessivamente quattromila i posti letto, di cui mille alberghieri.

E Marcello Comanducci, che in sé assomma ogni caratteristica ad hoc per rispondere (ex assessore al turismo, presidente della Fondazione Arezzo In Tour, famiglia prioprietaria dell’hotel Continentale), conferma la cifra. Come dire che solo una camera su quattro viene messa a reddito dagli alberghi mentre ovviamente le spese fisse rimangono invariate. del Covid si è abbattuta non solo sugli hotel ma su tutte le strutture ricettive molte delle quali, peraltro, sfuggono al censimento. Dice Comanducci: «Le locazioni turistiche non compaiono nelle statistiche e su questo c’era stata anche una polemica fra Comune e Regione. Noi le avevamo calcolate e con esse era venuta fuori una cifra molto indicativa della crescita del settore ad Arezzo: 508 mila presenze nel 2019.

La Regione non le ha però considerate e ha tolto pure i B&B riducendo di brutto la reale portata del fenomeno. Aggiungo che anche il nostro elenco era incompleto, non si contano i casi di affitti che poi non vengono denunciati». Ma tornando all’oggi e dando purtroppo addio a quel mezzo milione ricordato da Comanducci, si assiste a una parziale ripresa di strutture ricettive come agriturismi e B&B. Qui, sempre stando alle cifre a spanne fornite dall’ex assessore al turismo e alle attività produttive, i posti letto occupati si fermano all’incirca alla quota del 50%. Il dato non basta naturalmente ad alleviare le conseguenze della pandemia, ma arriva a costituire una base futura di ripartenza, anche nel segno delle diverse scelte di turismo portate dal Covid.

L’appetibilità del territorio è quest’anno guardata con favore per larga parte dagli italiani, ma a dispetto del coronavirus non mancano gli stranieri, in particolare francesi, olandesi, tedeschi e belgi. Ancora Comanducci: «In questo fine settimana l’afflusso ai punti di informazione turistica è stato discreto, molti stranieri sono arrivati in città dalle campagne anche grazie all’attrazione esercitata dalla fiera antiquaria». Morale della favola: il 2020 è un anno bisesto da dimenticare il più in fretta possibile e il turismo aretino ne uscirà massacrato. Ma c’è stata una prima piccola risposta. E non è poco con i tempi che corrono.