Gruppo imprenditoriale "decapitato": 4 ai domiciliari, 9 interdetti, sequestri record

I nomi? Antonio e Andrea Moretti, Marcello Innocenti e Paolo Farsetti. Sotto sequestro la tenuta Setteponti con altre 13 società per 25 milioni. I reati contestati

L'operazione della Finanza

L'operazione della Finanza

Arezzo, 23 novembre 2018 - Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Arezzo sta eseguendo - su tutto il territorio nazionale - un’ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal Tribunale di Arezzo su richiesta della locale Procura della Repubblica  (Pm Marco Dioni) e firmata dal Gip Piergiorgio Ponticelli, nei confronti di 13 dirigenti di un noto gruppo imprenditoriale aretino che spazia dal vino all'abbigliamento, a vario titolo, responsabili di un’associazione per delinquere, caratterizzata da elevata spregiudicatezza negli affari, finalizzata alla commissione di reati tributari, bancari e di autoriciclaggio, con il contestuale sequestro di 14 società e beni per un valore complessivo di circa 25,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, 4 soggetti risultano destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari:si tratta di Antonio e Andrea Moretti, di Marcello Innocenti (ragioniere del gruppo) e di Paolo Farsetti, responsabile del settore abbigliamento. Altri nove sono stati interdetti dal ricoprire incarichi direttivi in imprese e altri 3 soggetti risultano indagati a piede libero.

E' scattato anche il sequestro della tenuta Setteponti per circa 300 ettari e dell'azienda Pull Love. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel Comando Provinciale Guardia di Finanza alla presenza del Procuratore Capo di Arezzo Roberto Rossi e del Comandante Regionale Toscana della Guardia di Finanza.

L'indagine parte da un'attività di ricerca informativa e dall'analisi dei flussi finanziari anomali. In pratica le Fiamme Gialle hanno ricostruito lo schema che il gruppo avrebbe utilizzato nel corso degli anni: portava aziende tessili a posizionarsi brillantemente nel mercato di riferimento per poi avviarle, in mano a prestanome, ad uno stato di sostanziale dissesto senza corrispondere imposte e contributi e non rientrando dagli affidamenti ricevuti dalle banche.

A quel punto le società fallite venivano rimpiazzate da altri soggetti economici: e le disponibilità sottratte confluivano in un nuovo assetto patrimoniale e imprenditoriale, spesso spalmato su altri settori (dall'immobiliare al turistico al vitivinicolo) e schermato interponendo entità giuridiche di diritto estero.

All'origine secondo la Finanza un'unica cabina di regia, che emerge dalle conversazioni intercettate. Poi sull'assetto societario venivano fatte gravare anche ingenti spese personali: viaggi, beni di lusso, tra cui un aereo privato e una barca. Solo negli ultini 4 anni individuate spese per circa cinque milioni di euro a fronte dell'omessa dichiarazione dei redditi. 

Un patrimonio articolato, 25 milioni di euro, 14 società, 179 immobili, tante auto di lusso con targa estera, un maneggio con quaranta cavalli, oltre 500 ettari di terreni. Tra gli ostacoli incontrati sono emersi tentativi di inquinamento probatorio, alterando le scritture amministrativo-contabili, anche mediante il loro occultamento e distruzione