Arezzo Fiere, grandi manovre per la revoca di Boldi: e dal sindaco il no al confronto Tv

Camera di Commercio ancora incerta sull'affondo contro il presidente. Dalla Regione messaggio al Comune: metta e non solo tolga risorse

Andrea Boldi e Alessandro Ghinelli

Andrea Boldi e Alessandro Ghinelli

Arezzo, 13 gennaio 2019 - Due giorni per capire come andrà a finire. Due giorni per sapere se il sanguinoso conflitto in atto su Arezzo Fiere potrà avere un esito parzialmente incruento o se invece l’assemblea dei soci del 30 gennaio si risolverà in una resa dei conti. Di sicuro le esternazioni del presidente Andrea Boldi, che dalle scarpe non si è tolto sassolini ma lastre di marmo di Carrara, hanno ulteriormente inasprito un clima già tesissimo.

E’ così che stiamo arrivando al giorno cruciale, martedì 15, e spieghiamo perché. Due le ipotesi in campo. La prima, la più benevola e allo stesso tempo la meno probabile, è che l’opera di convincimento nei confronti di Boldi per un passo indietro, possa alla fine trovare uno sbocco positivo, magari attraverso la mediazione di Confartigianato e del suo presidente Ferrer Vannetti. Improbabile, peraltro: la posizione di Boldi pare irremovibile, «non ho alcuna intenzione di dimettermi» ha detto nell’incontro di venerdì scorso.

Drastica la seconda ipotesi per la quale si sta già lavorando attivamente: la richiesta di almeno un terzo dei soci di inserire nell’ordine del giorno dell’assemblea il punto relativo alla revoca immediata del presidente stesso. L’atto è possibile se espletato entro i 15 giorni precedenti all’assemblea, appunto martedì prossimo.

La richiesta di revoca sarebbe certamente firmata da Comune e Provincia che però, da soli, non potrebbero raggiungere il quorum richiesto. Indispensabile allora la firma della Camera di Commercio che non si esprime ufficialmente sulla vicenda e dove si confida ancora nella via diplomatica e in una schiarita all’ultimo istante. Se così non fosse, anche la Camera di Commercio potrebbe infine sottoscrivere il documento per mettere lo stop al quinquennato di Boldi.

I tre enti insieme assommano infatti il 43% delle quote di Arezzo Fiere, percentuale difficilmente superabile anche in caso di voto contrario della Regione che su Boldi non sembra aver voglia di impiccarsi. Piuttosto da palazzo Panciatichi arriva una sorta di avviso ai naviganti: «Qui si fanno tante chiacchiere - è il senso - si vuole occupare tutto, c’è chi mette e c’è chi toglie, ma i soldi dove sono? I denari ce li hanno messi Regione e Camera di Commercio, il Comune che intende fare? Ci crede o meno nel Centro Affari?».

Tornando all’assemblea, la revoca di Boldi sarebbe al primo punto dell’ordine del giorno, seguito dalla nomina di quattro nuovi membri del consiglio di amministrazione, in sostituzione del presidente e dei tre dimissionari di dicembre. Sarà poi il cda a designare il suo nuovo leader: forse nella stessa giornata in presenza di un accordo precedente.

E non si parlerà evidentemente della cessione delle fiere a Ieg perché in tale disegno ad affrontare la questione, e a trattare con il colosso riminese, dovrà essere il nuovo cda. Intanto il sindaco Alessandro Ghinelli ha respinto al mittente la richiesta di un confronto pubblico in tv lanciatagli da Andrea Boldi, «non siamo noi due che ci dobbiamo confrontare» ha detto in un’intervista a Radio Fly, confermandoci nel pomeriggio lo stesso concetto.

Si aprono dunque settimane sul filo dell’incertezza, la prima delle quali chiama in causa proprio Ieg e cioè se la società guidata da Lorenzo Cagnoni sarà disposta a valicare il limite del 31 gennaio come ultima data utile per il sì alla proposta irrevocabile d’acquisto.