Arezzo Fiere, Boldi verso le dimissioni? Intanto l'assemblea slitta al 30

Si allungano i tempi alla ricerca di soluzioni sulla risposta all'offerta di Ieg. Il presidente preparerebbe il passo di uscita. Lettera dei soci pubblici. Parla il governatore

Andrea Boldi all'assemblea dei soci

Andrea Boldi all'assemblea dei soci

Arezzo, 10 gennaio 2019 - Altra svolta. Slitta l’assemblea dei soci di Arezzo Fiere, non più il 25 gennaio ma il 30, cinque giorni più tardi nel tentativo di svelenire il clima della contrapposizione. La novità è arrivata dopo una lettera congiunta firmata dai soci pubblici Regione, Comune, Provincia e Camera di Commercio nella quale appunto si chiedeva il posticipo al presidente, a quel punto praticamente obbligato a concederlo attraverso l’indizione di un’assemblea ordinaria in seconda convocazione.

Questo il fatto nuovo nell’intricata questione della cessione delle fiere orafe al colosso riminese Ieg che ha fissato al 31 gennaio l’ultima data utile per la proposta irrevocabile di acquisto al prezzo di 5,2 milioni di euro. Le riunioni si susseguono una dietro l’altra mentre da più parti si fa presente che i termini completi dell’offerta di Ieg non sono ancora noti.

In possesso di tutti i soci di Arezzo Fiere c’è infatti la sola proposta d’acquisto ma non gli allegati ad essa connessi, indispensabili per una valutazione complessiva. E a questo proposito l’attuale presidente Andrea Boldi starebbe incontrando, o avrebbe in animo di farlo, tutti i soggetti interessati per illustrare gli allegati stessi.

Quanto all’assemblea, si incrociano vari scenari specie alla luce dell’ultimo atto di Camera di Commercio che ha preferito non dare seguito a una lettera congiunta insieme a Comune di Arezzo e a Provincia per la revoca del consiglio di amministrazione e del suo presidente. A questo punto potrebbe anche profilarsi una soluzione più morbida: da voci insistenti, infatti, Andrea Boldi starebbe aprendo all’ipotesi di presentarsi dimissionario in assemblea.

Sarebbe in tal modo un’uscita morbida, con l’onore delle armi, invece del colpo di rasoio. L’eventualità è da confermare ma lo slittamento della data potrebbe deporre in questo senso. In giornata anche la riunione in Confindustria degli imprenditori del settore orafo, in testa Ivana Ciabatti (presidente nazionale di Federorafi), che hanno discusso a fondo la questione.

Presenti anche Andrea Boldi e l’assessore Albertio Merelli. Della cessione si è occupato anche il presidente della Regione Enrico Rossi, ieri in visita ad Arezzo. «La Regione - ha detto - ha investito su Arezzo e anche tanto, valutiamo la proposta di acquisto da parte di Ieg ma gli altri soci pubblici ci dicano cosa intendono fare e quali alternative vogliono proporre. Ma soprattutto, se pensano anche loro, come me, che il centro affari sia un patrimonio da tutelare e valorizzare, ricapitalizzino, mettano le mani al portafoglio.

Mi spiace essere brutale, ma qui ci vogliono soldi e una politica industriale; ad esempio la necessità assoluta di avere un direttore l’avevo rimarcata già tre anni fa. Quanto alla figura del presidente, è un falso problema, se non vogliono far gestire a lui, gli si tolgano le deleghe».

Più domande, intanto, si accavallano circa l’assemblea del 30. La prima riguarda appunto il modo in cui Boldi si presenterà ai soci, se dimissionario o meno. La seconda chiama in causa il cuore della vicend: si voterà già in quella sede il sì o il no alla cessione oppure si prenderà più tempo per una decisione? E in quest’ultimo caso, Ieg sarà disponibile a uno slittamento o ritirerà la proposta di acquisto? Aprendo, nell’eventualità un altro fronte, quello dell’alternativa alla vendita.