In silenzio davanti al Gip: restano in carcere i 9 nigeriani del maxiblitz antispaccio

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, nessuna istanza di attenuazione della misura cautelare

Piergiorgio Ponticelli

Piergiorgio Ponticelli

Arezzo, 11 ottobre 2018 - Hanno scelto tutti di rimanere in silenzio davanti al Gip Piergiorgio Ponticelli che aveva firmato le ordinanze di custodia cautelare alla base del maxi-blitz contro lo spaccio di droga costato il carcere a 9 nigeriani richiedenti asilo. Non c'erano del resto molte alternative, di fronte alla mole di indizi riassunti nella misura cautelare: intercettazioni telefoniche, avvistamenti, pedinamenti, dichiarazioni di riconoscimento degli assuntori che aveva comprato la droga da loro.

Nessuno degli avvocati, a cominciare da Alessandro Mori, si è quindi azzardato a chiedere per il momento un'attenuazione della misura cautelare, come i domiciliari o l'obbligo di firma. Il che significa che gli arrestati restano tutti dentro. Solo in un secondo momento i difensori valuteranno se sia il caso di ricorrere al tribunale del riesame almeno per quelli che il Gip Ponticelli definisce come i "galoppini", cioè gli spacciatori al minuto che venivano inviati per strada dai tre che stavano al vertice dell'organizzazione smantellata dai carabinieri.

Per loro gli avvocati potrebbero sostenere che sono colpevoli del quinto comma della legge anti-droga, quello sulla lieve entità, e non del primo che li ha portato in carcere, ma il Gip Ponticelli ha già smontato questa ipotesi nella sua ordinanza, ritenendo che per tutti la sistematicità dell'attività impedisca un'attenuazione del capo di imputazione. Si vedrà poi, se ci si arriverà, cosa ne pensano il giudici del Riesame.