Coingas, prima la Gola Profonda e poi i lunghi giorni della paura

La fonte confidenziale che va in questa e dà origine alle indagini. A fine giugno gli intercettati temooi: "Te dici che verrà un polverone?", "Io penso di no"

Il Pm Andrea Claudiani

Il Pm Andrea Claudiani

Arezzo, 15 luglio 2019 - LE CHIACCHIERE sulle consulenze Coingas, quelle che ora scuotono il mondo politico con un’inchiesta-ciclone, risalgono almeno a febbraio, ma la prima delle informative Digos depositate dal pm Andrea Claudiani risale al 5 aprile. Lì si spiega chiaramente la genesi delle indagini: una fonte confidenziale, della quale ovviamente non esiste il nome, che va in questura a segnalare una situazione anomala. In particolare il contrasto fra gli amministratori unici della società, prima Sergio Staderini e poi Franco Scortecci, e il collegio sindacale che recalcitra nel dare l’avallo ai due incarichi grossi per 440 mila euro più altri minori.

«Emerge - scrive la Digos - una fibrillazione politica notevole perchè c’è la conferma che se le notizie confidenziali acquisite trovassero conferma, si determinerebbe un effetto a catena che potrebbe coinvolgere anche l’amministrazione comunale e i vertici di Estra». Il primo atto degli inquirenti è dunque la convocazione in questura del presidente dei revisori Giovanni Minetti, che conferma quanto emerso dalla fonte confidenziale, in particolare che Sergio Staderini, l’amministatore in carica fino a febbraio non ha prodotto «i mandati professionali in essere». Qualcosa comincia ad arrivare al collegio con il successore Franco Scortecci, ma la documentazione è ancora incompleta, incarichi per 280 mila euro a fronte di contratti per 470 mila.

È L’INIZIO della frana perchè la Digos si butta sulle tracce e invia al Pm Claudiani informative che inizialmente sono sporadiche ma che fra maggio e giugno diventano quasi quotidiani. Decolla l’inchiesta che inizialmente è a carico di ignoti ma che vede progressivamente l’iscrizione nel registro degli indagati dei cinque poi perquisiti, Staderini, Scortecci, l’assessore al bilancio Alberto Merelli, la contabile di Coingas richiamata dalla pensione Mara Cacioli, e il commercialista Marco Cocci, più altri nomi di cui è trapelato solo quello del sindaco Alessandro Ghinelli (favoreggiamento, senza avviso e perquisizioni). Si arriva così al clima di paura e di agitazione di giugno.

Il 26 si parlano l’avvocato che ha dichiarato congrue le consulenze e l’assessore Merelli: «Te pensi che succederà un polverone?», domanda il primo. E l’altro replica: «Non penso». E il legale: «Penso anch’io di no... fate un buon lavoro con i soci, ivi compresi quelli di centrosinistra». L’invito è insomma a covincere tutti i sindaci, compresi quelli di opposizione, che le consulenze non sono un casus belli. E Mara Cacioli, parlando con la responsabile della società di certificazione del bilancio, ammette lo stesso giorno: «Un po’ di leggerezza da tutte le parti c’è stata». E ancora: «È chiaro che questi sono incazzati ma l’errore l’han fatto in più d’uno, però diciamo ora basta! Chiudiamola e basta». Non sapeva di essere intercettata e che la bufera Coingas stava per dilagare.