Gli esperti del lavoro tremano per il posto: "Navigator? Stabilizzate i nostri contratti"

La protesta del personale dei centri per l'impiego. "Operiamo fianco a fianco con i dipendenti pubblici ma siamo privati, con un appalto in scadenza nel 2020". Stato di agitazione

I lavoratori dei centri per l'impiego

I lavoratori dei centri per l'impiego

Arezzo, 12 aprile 2019 - Sul piede di guerra i lavoratori del «Cinpa», la società che gestisce, con affidamento temporaneo, i servizi dei centri per l’impiego della provincia di Arezzo. Oggetto del contendere, che ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione, il reddito di cittadinanza e le figure del tutor e del navigator. Figure che, secondo i dipendenti, si trovano già all’interno del Cinpa ma che, sembra, per la Regione devono essere reclutate altrove.

Ieri i lavoratori, assieme a Claudio Bianconi e Diego Loreto, segretari di Filcams e Uiltucs, hanno spiegato le loro posizioni: «I navigator e le figure professionali indispensabili al rilancio dei centri per l’impiego, devono essere individuate prioritariamente tra coloro che da anni, al fianco e in collaborazione coi dipendenti pubblici, svolgono questo servizio e che più di altri hanno preparazione, titoli e competenze specifiche avendo tra l’altro già superato varie selezioni pubbliche per esercitare  questi ruoli».

Preoccupa dunque, e non poco, l’orientamento della Regione che pare voler reclutare le figure professionali nell’ambito di una platea di aspiranti esterna al mondo dei centri per l’impiego, una decisione, secondo i sindacati, che va l’indirizzo di salvaguardare e utilizzare al meglio le professionalità interne. «L’obiettivo dovrebbe essere quello di offrire all’utenza un servizio più qualificato, razionalizzando al meglio le risorse pubbliche appositamente stanziate, ma così si va nella direzione opposta».

Tra i dipendenti c’è Adriano Checcacci che spiega: «Voci sempre più insistenti e le recenti dichiarazioni su futuri concorsi pubblici per assunzione di navigator e per il rafforzamento dei centri per l’impiego da parte della Regione ci hanno messo in allarme. Svolgiamo da anni le medesime funzioni e per farlo abbiamo sostenuto concorsi, selezioni e valutazioni dei curricula.

Nonostante questo, pur lavorando fianco a fianco con i dipendenti pubblici, siamo di fatto lavoratori privati, con un contratto legato a un appalto in scadenza nel 2020. E’ paradossale che a distanza di 15/20 anni, gli stessi lavoratori debbano essere messi nelle condizioni di dimostrare le loro professionalità che quotidianamente mettono in pratica, rischiando di vedersi sostituiti da persone che dovranno formare. Con lo stato di agitazione, rivendichiamo i decenni di esperienza chiedendo la stabilizzazione messa in pratica in altre situazioni in Toscana».