Segregata in casa, chiede aiuto durante la lezione in dad: salvata dai carabinieri

I genitori di lei non volevano che il fidanzamento andasse avanti per motivi religiosi. Rinchiusa in casa, usciva solo con la scorta dei fratelli maschi

Carabinieri

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Arezzo, 8 aprile 2021 - Nel segno della “Rinascita”, l’ultimo weekend pasquale ha visto dipanarsi in Valdarno una storia di profonda sofferenza, cui i Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno sono riusciti a dare un lieto fine, regalando a una giovane immigrata da qualche anno residente in Valdarno la possibilità di una rinascita appunto, di un nuovo inizio. Una storia angosciosa di solitudine, segregazione e isolamento.

Tutto è iniziato con l’inoltro di una richiesta di aiuto arrivata ai carabinieri via mail. L’autore dello scritto – in tutto 4-5 righe buttate giù frettolosamente – si presentava come una ragazza pakistana, reclusa in casa dai propri familiari per impedirle di frequentare il fidanzato. Agghiaccianti le battute finali, dove la ragazza precisava che, laddove non si fosse decisa ad interrompere la relazione sentimentale, i suoi parenti erano pronti a riportarla con la forza in Pakistan, o in alternativa, ad usare la violenza nei confronti suoi e del fidanzato, sino addirittura a minacciarli di morte.

Capite la gravità e l’urgenza della situazione, i Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno sono immediatamente entrati in azione. Nel volgere di pochi frangenti, il Nucleo Operativo e le Stazioni Carabinieri hanno passato al setaccio gli archivi e le anagrafi dei comuni del Valdarno, per riuscire a risalire all’identità esatta dell’autrice della richiesta d’aiuto.

Nel volgere di poche ore, i carabinieri sono riusciti ad identificarla completamente, e a riscontrare l’indirizzo dove abitava, appurando anche che le problematiche della famiglia erano, almeno in parte, già seguite anche dai servizi sociali.

A quel punto, senza perdere tempo, i carabinieri sono subito andati presso l’abitazione della donna, e, con un pretesto per non far insospettire i familiari, hanno accompagnato la ragazza alla stazione dei carabinieri della cittadina valdarnese. Una volta giunta al sicuro presso gli uffici dell’Arma, è bastato uno sguardo tra i carabinieri e la ragazza, e quest’ultima – una ragazza di circa 20anni originaria del Pakistan – è diventata un fiume in piena.

In un misto di commozione e gratitudine verso gli uomini e le donne dell’Arma che l’avevano strappata al suo incubo, ha immediatamente confermato di essere lei l’autrice della mail, e ha iniziato a raccontare i dettagli della sua storia. Da poco meno di un anno frequentava un ragazzo indiano, poco più grande di lei. Tutto era andato bene fino al momento in cui la famiglia della ragazza aveva appreso di questa relazione, disapprovandola nel modo più assoluto a causa della diversa fede religiosa dei due giovani: musulmana lei, indù lui.

A quel punto si è manifestata la netta opposizione dei familiari, che hanno segregato la giovane in casa, privandola del telefono cellulare e dei documenti d’identità, consentendole di uscire solo laddove assolutamente necessario, e solo accompagnata dai fratelli maschi, al fine di accertarsi che non incontrasse più il fidanzato. La ragazza però non si è arresa e, fiduciosa di trovare comprensione nella famiglia, ha continuato a ribadire la ferma intenzione di proseguire la relazione col giovane indiano. Così facendo, però, non sapeva di accendere ancor più il risentimento nutrito dai familiari, assolutamente indisponibili ad approvare la relazione, al punto di giungere a minacciare esplicitamente di uccidere sia lei che il fidanzato.

A quel punto, incapace di scorgere altre soluzioni, la ragazza ha maturato la decisione di rivolgersi ai Carabinieri. Non era però facile, atteso che, privata del telefono, non aveva la possibilità di effettuare telefonate, e che quelle rare volte che le era consentito di uscire era sempre “scortata” dai familiari. Stava quasi per abbandonare il proposito, quando ha trovato una possibile soluzione: approfittando dei momenti in cui la famiglia le lasciava utilizzare il computer per la didattica a distanza, ha creato una casella di posta elettronica e ha contattato, proprio via e-mail, i Carabinieri, il cui tempestivo intervento ha fatto così emergere questa incredibile vicenda. La ragazza al momento è al sicuro, ed è stata affidata ad un centro antiviolenza. Sono in corso da parte dei carabinieri ulteriori indagini per approfondire i contorni della vicenda, e definire con esattezza le responsabilità dei singoli familiari.