Arrestati marito e moglie: erano tutto bar, droga e famiglia

Titolari di un locale in zona villaggio Dante: lunga indagine dei carabinieri. Lui era già in carcere, ammanettato in flagranza mentre spacciava nel bar chiuso per lockdown

I carabinieri (foto d'archivio)

I carabinieri (foto d'archivio)

Arezzo, 10 luglio 2020 - Erano tutti coca, bar e famiglie. Nel senso che il bar era diventato una centrale dello spaccio in pieno villaggio Dante. I carabinieri sono arrivati alla coppia dopo una lunga indagine. L'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip Fabio Lombardo su richiesta del Pm Chiara Pistolesi, ne è stata la naturale conseguenza

Nel primo pomeriggio digiovedì, dunquei, i carabinieri  del  Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di marito e moglie, entrambi italianii, entrambi di circa 45 anni, gestori di un bar, ritenuti responsabili del reato previsto dall’art. 73 del D.P.R. 309/90, primo comma, ovvero lo spaccio in non modica quantità

L’odierno provvedimento restrittivo emesso dal Gip. del Tribunale di Arezzo, a seguito di richiesta della locale Procura della Repubblica, scaturente da una complessa attività di indagine svolta di iniziativa dai militari dell’Arma, ha consentito di svelare un prolungato e lucroso business legato allo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina messo in piedi dai due fermati, i quali nel tempo hanno rifornito numerosi tossicodipendenti aretini.

Le indagini dei Carabinieri svolte dal novembre 2019 al febbraio 2020 hanno consentito di certificare con numerosi servizi di osservazioni e videoriprese, le tantissime quotidiane cessioni di droga avvenute in arco diurno e notturno, che con estrema spavalderia avvenivano all’interno e nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale suddetto, da parte dei due soggetti.

L’uomo già detenuto per spaccio era raggiunto dalla misura presso un carcere della Toscana, mentre la donna incensurata, dopo gli atti di rito è stata tradotta presso la propria residenza, ove rimarrà aglii arresti domiciliari.Il barista era finito in manette nel periodo del lockdown perchè la polizia lo aveva sorpreso a spacciare dentro il bar mentre il locale era chiuso in conseguenza dell'emergenza Covid