Bancarotta Etruria, interrogato Guerrini che nega le accuse

L'ex vicepresidente: nessun dolo da parte del Cda solo normale rischio di impresa sui crediti finiti a sofferenza. E su High Facing: niente favoritismi nei miei confronti

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 28 febbraio 2017 - Giorgio Natalino Guerrini, ex vicepresidente di Banca Etruria, è stato ascoltato ieri in procura nell'ambito del filone d'inchiesta sulla bancarotta fraudolenta legata al crack dell'istituto bancario aretino. Guerrini, indagato insieme ad altri 21 membri dei vecchi cda e dirigenti per bancarotta fraudolenta, ha parlato di «operazioni assolutamente lecite» e di «normale rischio di impresa» escludendo ogni volontà di «fare danno» da parte dei dirigenti e dei membri dei cda.

L'ex vicepresidente, ascoltato dal pool di magistrati della procura aretina, specializzati in reati finanziari coordinato dal procuratore Roberto Rossi, ha respinto ogni addebito insistendo molto sull'assoluta mancanza di volontarietà di dolo. Guerrini ha parlato anche di High Facing, la società che realizzò l'impianto fotovoltaico dello Yacht di Civitavecchia e di cui lui era comproprietario e amministratore. Ha lasciato a Etruria una sofferenza di alcuni milioni, ma l'ex vicepresidente ha negato qualsiasi favoritismo in suo favore: il prestito fu trattato come tutti gli altri.

Oggi sono in programma altri due interrogatori tra i sei indagati sui 21 complessivi, che hanno scelto di usufruire della possibilità di essere ascoltati dopo aver ricevuto l'avviso chiusura indagini. Successivamente il procuratore Rossi chiederà i rinvii a giudizio e l'udienza preliminare potrebbe essere fissata dopo l'estate. Al centro dell'inchiesta che ha portato all'avviso di chiusura indagine per i 22 ex consiglieri e dirigenti, la concessione di finanziamenti che avrebbero causato il dissesto di bilancio della banca e il conseguente crack finanziario.