Archivio, caos a Casa Vasari: l'avvocato cacciato chiama i carabinieri, poi la denuncia

Dopo l'esproprio turbolento incontro per le carte, presenti due fratelli Festari con l'avvocato Cosulich e per la sovrintendenza Famiglietti e Toccafondi. Rifiutato l'indennizzo

Carabinieri a Casa Vasari

Carabinieri a Casa Vasari

Arezzo, 27 aprile 2018 - Turbolento incontro a Casa Vasari: cacciato l'avvocato dei Festari che chiama i carabinieri. In programma stamani, dopo l'esproprio dell'archivio passato nelle mani dello Stato, c'era l'incontro fra i Festari (presenti Tommaso e Leonardo), il direttore degli archivi Gino Famiglietti e la sovrintendente Diana Toccafondi. La scintilla è scoppiata quando all'avvocato Guido Cosulich, che accompagnava i Festari, è stato proibito di accedere alle carte. Cosulich è uscito dal museo insieme a Leonardo Festari e i due hanno chiamato i carabinieri subito intervenuti sul posto.

E non finisce lì perchè più tardi lo stesso avvocato si presenterà al comando provinciale per stendere denuncia a nome dei fratelli: abuso d’ufficio e violenza privata, che sarebbero stati perpetrati dalla delegazione dello stato. Cosulich ci aggiunge pure il carico dal 90 in serata: «Ho parlato coi segretari particolari del ministro Franceschini, mi hanno detto che non era possibile, che non potevano cacciarmi. Ma intanto eccomi qui».

Comunque sia, un’altra sequela di carte giudiziarie che va ad aggiungersi alla catasta. Già pendente c’è il ricorso al Tar contro la declaratoria del luglio scorso sulla pubblica utilità del bene, preludio dell’esproprio. Nei prossimi giorni ne sarà presentato un altro per contestare il decreto del 10 aprile. E poi c’è il rifiuto formale dell’indennità da 1,5 milioni già depositata alla ragioneria dello stato in favore dei fratelli. Con quello si avvia la procedura per la valutazione del valore dell’archivio: un perito per ciascuna delle parti più un terzo nominato dal presidente del tribunale.

Lo stato è appunto il nuovo padrone dell'archivio Vasari. La notizia era nell'aria da tempo, fin da quando in luglio era arrivato il decreto che stabiliva la pubblica utilità delle carte, fra le più pregiate del Rinascimento italiano, preludio dell'esproprio.

Adesso però c'è anche il decreto di esproprio vero e proprio deciso dal ministero dei beni culturali di Dario Franceschini, notificato ai fratelli Festari, proprietari che non avevano comunque la disponibilità del bene, il 19 aprile: ai Festari andrà un milione e mezzo, cifra coerente con le valutazioni che del bene erano state fatte a suo tempo anche dai periti del tribunale di Arezzo, ma sideralmente lontano dai 150 milioni offerti nell'autunno del 2009 dall'oligarca russo Vassily Stepanov.

I fratelli,ultimi eredi dei Rasponi Spinelli, un cui avo si impossessò delle carte a fine '600 nel corso di una valutazione ereditaria, ovviamente non ci stanno e preparano il ricorso al Tar con il loro avvocato storico, Guido Cosulich.

«L’opposizione all’esproprio è certa»: così Tommaso Festari, raggiunto al telefono ieri. Non aggiunge molto uno dei fratelli - gli altri sono Francesco, Leonardo e Antonio - che si sono visti colpire dal decreto. «Domani (oggi per chi legge, ndr) sarò comunque ad Arezzo per l’incontro con la sovrintendenza archivistica e in quella sede metteremo tutti a conoscenza di quali saranno le nostre prossime mosse». 

Davanti al tribunale amministrativo regionale, del resto, è già pendente il ricorso contro il decreto di pubblica utilità dell'estate.

La vicenda Vasari va avanti fin dal 1983, fino al capitolo più clamoroso e controverso: la vendita dell’archivio, avviata dal vecchio conte Giovanni nell’autunno 2009 e proseguita dai figli, a un oligarca russo, Vassily Stepanov. Prezzo astronomico di 150 milioni. In realtà mai pagati perché poi l’affare andò a monte e la procura di Roma indagò i protagonisti, accusandoli di truffa aggravata ai danni dello Stato. In sostanza, sarebbe stato il tentativo di costringere il ministero a esercitare il diritto di opzione a una cifra impossibile.

In ogni caso, l’archivio non avrebbe mai potuto prendere la strada della gelida Russia: è legato a Casa Vasari dal vincolo pertinenziale imposto dal ministro Alberto Ronchey: non può muoverlo nessuno Fu il punto più alto, accompagnato nello stesso periodo anche da un pignoramento di Equitalia sventato in extremis dai Festari quando l’asta era già stata fissata, della tensione fra le strutture culturali pubbliche e i proprietari, che l’archivio l’hanno ereditato perché un loro avo, un Rasponi Spinelli, fu l’esecutore testamentario dell’ultimo discendente del Vasari e tenne come pegno queste carte straordinarie. Riscoperte nel 1908 a Firenze nel palazzo dei Rasponi Spinelli.

Poi pareva che fra Stato e Festari fosse iniziato un lento disgelo, suggellato a marzo 2017 dall’inaugurazione in pompa magna della digitalizzazione dell’archivio, che rende inutile, ma anche meno emozionante, consultare i documenti originali. Poi invece il decreto di pubblica utilità,, primo atto appunto della procedura di esproprio ora giunta a compimento. Giustificato con le «difficoltà frapposte dalla parte proprietaria che di fatto non ha mai accettato che lo Stato esercitasse le funzioni volte a garantire la protezione, la conservazione e la valorizzazione di quel patrimonio documentario». I Festari non ci stanno e dicono che semmai è la parte pubblica che non ha fatto quanto poteva per la valorizzazione delle carte e la loro visibilità pubblica, che loro hanno fatto da stimolo ma sono andati incontro al muro dell’indifferenza. 

Ma qual è il reale valore dell'archivio? Le stime sono opposte e lontanissime. I Festari partono dal valore di mercato che era disposto a pagare Stepanov (magnate dagli occhi di ghiaccio sparito misteriosamente come era apparso), i 150 milioni naturalmente. Il ministero non si è mai mosso dalla prima perizia disposta dal tribunale di Arezzo: 1,5 milioni, poi raddoppiati dal giudice. La differenza è abissale. L’impressione è che ancora una volta si finirà per tribunali. Cui toccherà di far stimare l’inestimabile: quanto valgono gli autografi di Michelangelo e degli altri giganti del Rinascimento? Siamo solo all’inizio dell’ultima battaglia.