Scritta fascista a Lucignano, la polemica dopo il restauro

L'amarezza dell'Anpi che protesta: "E' dietro la casa del partigiano Nencetti"

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Arezzo, 18 maggio 2022 - E' statat appena restaurata la scritta della discordia con la citazione di Mussolini: "Quando si è forti si è cari agli amici e si è temuti dai nemici". E' questa la frase che è stata recentemente sistemata nel centro storico di Lucignano. Si trova in via Rosini ed è a circa 2 metri e mezzo di altezza, tra le finestre di alcune case. Una scritta del Ventennio, citazione di un discorso di Benito Mussolini, che è stata restaurata e che è finita nel mirino dell'Anpi provinciale di Arezzo. L'associazione partigiani ritiene infatti l'opera inopportuna, soprattutto nel contesto in cui è inserita, a due passi dalla casa natale del partigiano Licio Nencetti, lucignanese trucidato a Talla nel 1944.

Il riferimento è ad uno dei momenti culminanti della storia fascista d'Italia, le parole sono estrapolate dal discorso che Benito Mussolini fece il 26 marzo 1939, a pochi mesi dallo scoppio della Secona Guerra Mondiale, al Foro Italico agli squadristi, i fedelissimi della prima ora. Un discorso tenuto per celebrare il ventennale del fascismo, aizzando la folla e consegnando loro un distintivo rosso da mettere sulla camicia nera quale simbolo del sangue da versare. E la frase riportata a Lucignano è il culmine dell'appello bellicista del Duce: "Bisogna armarsi".

"La parola d’ordine - disse il Duce - è questa: più cannoni, più navi, più aeroplani. A qualunque costo, con qualunque mezzo, anche se si dovesse fare 'tabula rasa' di tutto quello che si chiama la vita civile. Quando si è forti, si è cari agli amici e si è temuti dai nemici".

"C'è amarezza e tristezza per questo recupero - spiega il presidente provinciale dell'associazione partigiani di Arezzo Leno Chisci - soprattutto perché si trova vicino alla casa natale di Licio Nencetti". Il lucignanese Nencetti, non ancora maggiorenne, si arruolò nel 1943 nella 23esima brigata partigiana Pio Borri. Catturato, venne fucilato a Talla il 26 maggio 1944: era stato prima torturato, ma non rivelò nulla sui compagni. La sua abitazione si trova in via del Tribunale numero 10, a Lucignano, a due passi dalla scritta. "Ecco perché riteniamo inopportuno l'avallo del recupero di una scritta fascista proprio lì, vicino a un grande simbolo della lotta di Liberazione".