Archivio un anno dopo: i fiori sulle scale, il nome sulla porta, la commozione / VIDEO

L'emozione di Monica e Anna, le mogli delle vittime: "Grazie, anche se è una giornata di dolore. Gli ostacoli della burocrazia". Sottosegretario: "Famiglie e sicurezza le priorità"

Anna e Monica con i rappresentanti del ministero

Anna e Monica con i rappresentanti del ministero

Arezzo, 21 settembre 2019 - C’è un grande cesto di fiori all’inizio dei quindici scalini. Sono gli scalini che Piero e Filippo hanno disceso, nello slancio generioso di andare a controllare cosa stesse succedendo. E che non sono riusciti a risalire. Gli ultimi scalini di una vita bellissima e che ancora oggi ti pare di leggere negli occhi innamorati delle mogli, Monica e Anna. «Grazie, grazie di questa giornata» ripetono forse un po’ stordite davanti alle telecamere. «Grazie, anche se questo è un giorno di dolore».

Tutte e due si sono aperte in un sorriso davanti ai nomi dei mariti, incisi in modo elegante sulla porta della sala che da ora in poi sarà dedicata aloro. Uno sguardo intenso, quasi una carezza. Ma sempre attente a non perdere di vista la loro priorità, quella dei figli, che pure sono lì accanto. «Quando abbiamo bussato le porte si sono aperte: ma la burocrazia crea tanti ostacoli» dicono tra una telecamera e l’altra.

Incece solo parole di ringraziamento per il direttore dell’archivio Claudio Saviotti e per i colleghi che le circondano. Prima la medaglia del ministero, consegnata da Anna Maria Buzzi, il direttore generale degli archivi. Con il sottosegretario Lorenzo Bonaccorsi che rompendo forse il cerimoniale è lì, pronta ad abbracciarle. Poil’ingresso nella sala, la targa appesa alla parete.

Gli applausi, non di circostanza: perché intorno gli occhi sono lucidi, i visi tirati, come se il 20 settembre fosse quello di un anno fa e non di un anniversario che nessuno avrebbe voluto celebrare. Le domande intorno sono pressanti. Quelle implicite del direttore Saviotti, che le filtra dalla delusione di essersi ritrovato da solo. Quelle di chi aspetta l’esito della perizia e dell’inchiesta.

I segnali, le disfunsioni del sistema d’allarme? «Le carte – risponde Anna Maria Buzzi - certificavano la regolarità dell’impianto: ma in generale non vogliamo che situazioni del genere si ripetano. E per questo sono stati messi a disposizone cento milioni di euro». Come saranno spesi? Dove? Il nuovo sottosegretario, in carica da poche ore, resta fatalmente sulle generali. «Oggi è il giorno del ricordo e il giorno di sancire che da qui in poi saremo a fianco delle famiglie e lavoreremo per la sicurezza: una priorità che rispetteremo».

Con le famiglie hanno parlato, a tratti prende per la mano Monica o Anna, come se già si fosse creato un legame al di là di quello istituzionale. Il Vescovo è in prima fila, ma il suo messaggio lo affida alla Messa delle 18. «Mai più morire così: ma intanto questi nostri fratelli sono già cittadini del cielo». Le autorità ci sono tutte, dal Prefetto al presidente della Provincia al questore al comandante dei cartabinieri e della Finanza.

E naturalmente il sindaco. «I fondi sono stati stanziati, ho fiducia che saranno spesi bene. Certo, capisco le mogli: la burocrazia è il grande male italiano, non lo rimuovi mai». Le due donne nella cerimona sono in seconda fila, anche se chiamate subito al tavolo. Ma se avessero potuto scegliere sarebbero state in ultima. Tra sè e con lo sguardo fisso su quei nomi che a loro e solo a loro raccontano una storia inafferrabile agli altri.