Archivio: sciopero generale per i funerali, stop nazionale dei dipendenti del ministero

Cgil, Cisl e Uil: fermata per protesta sulla sicurezza del lavoro. Sequestrato lo stabile. Il titolare dei beni culturali invia i funzionari in città

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Arezzo, 23 settembre 2018 - Sarà conferito lunedì l'incarico per l'autopsia sui corpi di Filippo Bagni e Piero Bruni, i due impiegati dell'Archivio di Stato di Arezzo uccisi ieri da una fuga di gas argon all'interno dello stesso edificio di cui erano dipendenti. Oltre all'accertamento autoptico, il magistrato provvederà anche a far eseguire una consulenza tecnica da parte di esperti sul funzionamento dell'impianto antincendio che ha avuto la fuoriuscita di argon mortale. L'esame autoptico sarà effettuato contestualmente e andrà ad aggiungersi agli accertamenti che i vigili del fuoco stanno portando avanti con il coordinamento del pm Laura Taddei. Il fascicolo per ora è aperto contro ignoti, l'accusa ipotizzata è omicidio colposo plurimo ma non sono esclusi, già dai prossimi giorni, avvisi di garanzia.

LO SCIOPERO. Sciopero generale in tutta la provincia per il giorno dei funerali. E' la mossa che i tre sindacati confederali lanciano per sostenere la loro battaglia a favore della sicurezza sul lavoro. Una mossa che va ad affiancarsi al lutto cittadino proclamato dal sindaco Alessandro Ghinelli e i cui contorni saranno precisati domani. Sulla stessa linea ci sono comunque Cgil, Cisl e Uil. La motivazione è chiara. Una risposta "a seguito del tragico evento all’Archivio di Stato dove hanno perso la vita due lavoratori".

L'OMAGGIO DI MATERA. Un minuto di silenzio è stato osservato stamani, a Matera, in occasione della presentazione del programma per il 2019, in memoria di due impiegati morti ieri per una fuga di gas nell'Archivio di Stato di Arezzo. Matera, ricordiamo, l'anno prossimo è stata designata come Capitale europea della Cultura. E la richiesta di questo omaggio è arrivata direttamente dal Ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli

APERTA UN'INCHIESTA. La procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta sulla morte dei due dipendenti dell'Archivio di Stato. La pm incaricata, Laura Taddei, ha effettuato anche un sopralluogo. L'edificio è stato intanto posto sotto sequestro per completare la fase investigativa e raccogliere ulteriori elementi che consentano di risalire alle cause di questa tragedia

ISPEZIONE DEL MINISTERO. "Ho appreso della tragica morte di due persone che lavoravano all'archivio di stato di Arezzo. Sono costernato e profondamente addolorato. Voglio porgere le mie piu' sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e un augurio di pronta guarigione alla terza persona coinvolta nell'incidente. Ho immediatamente disposto un'ispezione interna al ministero che possa eventualmente anche essere di ausilio alla procura che ha gia' doverosamente aperto un'indagine. Ho gia' disposto l'invio di funzionari ad Arezzo e, insieme con i vertici del ministero, stiamo seguendo in tempo reale la vicenda". Cosi' il ministro dei Beni e delle Attivita' culturali, Alberto Bonisoli, che è intervenuto poche ore dopo la morte dei due dipendenti.

REGIONE: "MORTI ASSURDE".  Ancora una volta dobbiamo piangere dei morti sul lavoro. Ieri un autotrasportatore che lavorava intorno a un'autocisterna a Empoli, stamani due dipendenti dell'Archivio di Stato di Arezzo. Il primo pensiero va naturalmente ai familiari, ai quali esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza». Così l'assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi sulla morte dei due dipendenti dell'Archivio di Stato di Arezzo, deceduti perché intossicati per una fuga di argon.

«È davvero assurdo morire in questo modo - prosegue ancora l'assessore Saccardi - So che è stato disposto il sequestro dell'edificio e che la procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta. Le indagini accerteranno lo svolgimento dei fatti e le eventuali responsabilità. In Toscana, tanto stiamo facendo per la sicurezza sul lavoro, ma è certo che c'è ancora tanto da lavorare per aumentare a tutti i livelli la cultura della sicurezza e mettere in atto tutte le misure perché di lavoro non si debba più morire».