Archivio: intesa tra le famiglie, funerali in giorni diversi. Jessica: chiediamo la verità

Mossa per venire incontro ad amici e colleghi comuni: l'addio a Piero martedì, a Filippo mercoledì. Jessica Bagni: "Solo un perché". Momento comune tra qualche giorno

Filippo Bagni e Piero Bruni

Filippo Bagni e Piero Bruni

Arezzo, 23 settembre 2018 - «Vogliamo solo sapere perché»: Jessica Bagni, la figlia di Filippo, risponde con la delicatezza che regna nel cuore di queste due famiglie sconvolte. Avrebbe diritto a gridare, gridare di rabbia per la perdita di un padre colpevole solo della colpa di essere andato al lavoro. E invece sia a Santa Firmina, dove vivono i Bagni, sia alla Marchionna, il piccolo regno di Piero Bruni, i toni sono totalmente diversi. Un altro mondo, ti verrebbe da dire.

Venerdì sera alla veglia di San Pietro e Paolo Monica, la moglie di Piero, passa lei a ringraziare e salutare chi ha partecipato. Uno a uno, ti guarda negli occhi, anche se pieni di lacrime. Stesso clima a casa Bagni. Intanto le due famiglie fanno quadrato. Si sono risentite per telefono anche ieri. E alla fine la soluzione. I funerali saranno celebrati in due giorni diversi. Una linea adottata in prima battuta proprio dai familiari di Filippo.

«Vogliamo venire incontro agli amici e ai colleghi comuni, perché non siano costretti a scegliere» dice sempre Jessica, con la stessa attenzione. Fanno loro l’esigenza della famiglia di Piero: poterlo salutare nella sua chiesa, San Pietro e Paolo. Lì’ i funerali dovrebbero essere celebrati martedì alle 15.30. La mattina dopo, alle 10.30, tutti in Cattedrale, per l’altro addio. Il condizionale è appeso solo ai tempi tecnici delle indagini.

Ormai tutto lascia pensare che domani sarà eseguita l’autopsia e che quindi in serata i resti delle vittime saranno restituiti alle famiglie. Fino all’atto ufficiale non puoi avere certezze. Ma ormai la strada sembra tracciata. La città, come già era successo per i fatti di Genova, diluisce il suo dolore. Semmai resta un problema tecnico: il lutto cittadino, proclamato per il giorno dei funerali, dovrà essere allungato di qualche ora.

E resta anche il nodo dello sciopero: è proclamato sempre per i funerali, tra l’altro con l’adesione di tutti i dipendenti del ministero dei beni culturali a livello nazionale. Sarà martedì o mercoledì? Piccoli dubbi, che non cambiano la sostanza dei fatti. Piccoli certo rispetto al perché che Jessica, e con lei tutti i familiari, chiedono a chi guida le indagini.

Anche se per ora al centro c’è solo l’addio a chi ha perso la vita. Venerdì sera, alla veglia, decine e decine di ragazzi sono entrati quasi in processione a San Pietro e Paolo: tutti stretti a Matteo e Simone, i figli di Monica. Intorno a loro una chiesa affollata più che a Natale e a Pasqua. In quella nuvola di gas che ha ucciso i due dipendenti dell’Archivio di Stato in tanti si sono persi o almeno hanno perso qualcuna delle proprie certezze.

Non sarà facile ritrovarle per le famiglie, alle quali il giovedì nero ha strappato via il più importante dei punti di riferimento. Ma non sarà facile ritrovarle neanche per la città. Da giovedì perfino andare al lavoro, in un tranquillo ufficio del centro storico, rischia di trasformarsi in un’avventura di sopravvivenza. Dentro la quale sfugge