Archivio, Bonisoli: "Mai più tragedie così". Saviotti: "Gas, mai informati dei pericoli"

Il ministro torna e annuncia un piano per la messa in sicurezza di strutture in tutta Italia: non Arezzo, giudicata a norma sul piano antincendio. Iniziative per ricordare le vittime

Alberto Bonisoli in città

Alberto Bonisoli in città

Arezzo, 6 novembre 2018 - "Non li dimenticheremo" assicura il ministro Alberto Bonisoli, qui ad Arezzo pert tornare sulla tragedia dell'archivio di Stato: e insieme ricordare le due vittime, Piero Bruni e Filippo Bagni.

Una memoria che diventa l'occasione di mettere su un grande piano per la sicurezza dei beni culturali, archivi e biblioteche in testa. 

NON DIMENTICHEREMO. «Quello che è successo non deve essere dimenticato. Siamo così rapidi ad intervenire con gli altri, ma poi quando tocca a noi non lo siamo altrettanto. Molte delle strutture del ministero non sono a norma con il sistema antincendio (non è il caso di Arezzo dove paradossalmente si sono registrati due morti), però purtroppo non possiamo tornare indietro. Siamo pronti ad investire circa 110 milioni in sicurezza».

TROPPO INDULGENTI CON NOI STESSI. "E' lo Stato che per primo deve verificare e tutelare i luoghi di lavoro.  Di solito lo fa in modo puntuale con gli altri. Ma quando tocca a noi non accade. Oggi molte strutture non sono a norma: ma se nnon possiamo cambiare il passato, dobbiamo fare del nostro meglio affinché tragedie come quella avvenuta qui non accadano piu“ .

Il ministro Bonisoli all'Archivio di Stato
Il ministro Bonisoli all'Archivio di Stato

IL PIANO DI INTERVENTI. Lo ha detto il ministro dei Beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli in visita all'Archivio di Stato dove il 20 settembre scorso morirono Piero Bagni e Filippo Bruni, dipendenti della struttura asfissiati dal gas argon fuoriuscito dall'impianto antincendio. «Metà dei soldi verrà investito nella sicurezza di archivi e biblioteche ovvero nel retrobottega della cultura. Chi lavora o frequenta deve essere al sicuro. Non abbiamo più scuse - ha proseguito il ministro - e non possiamo fare a scaricabarile soprattutto a partire dall'alto».

"Non c'e' mai stato un investimento maggiore per la sicurezza nella storia di questo ministero. E' uno sforzo senza precedenti che interessera' 314 siti".

DIPENDENTI E VISITATORI AL SICURO. "Il giorno dei loro funerali avevo promesso di tornare ad Arezzo e cosi' ho fatto e credo che il modo migliore per commemorare la memoria dei due uomini che hanno perso la vita fosse quello di portare un fatto concreto come il piano nazionale e straordinario volto a potenziare le condizioni di sicurezza e tutela dell'integrita' fisica dei dipendenti, dei visitatori dei luoghi della cultura e dello stesso patrimonio nazionale. Si tratta della piu' ampia programmazione di interventi nel settore della sicurezza anticendio, compresa la formazione, mai realizzata dal Mibac.

La sicurezza, bene pubblico per eccellenza, e' una priorita' di questo Governo anche in materia di beni culturali e quindi di tutela del patrimonio, tra cui chiese e monumenti d'Italia. Continueremo a impegnarci in questa direzione: intendiamo migliorare la nostra capacita' di monitoraggio e controllo e di reazione nei casi di emergenza, senza trascurare utili opportunita' riconducibili a negoziati europei attualmente in corso in settori di avanguardia.

Nella sua visita il ministro e' stato accompagnato dal Segretario Generale del ministero Giovanni Panebianco e dal direttore dell'Unita' per la Sicurezza del Patrimonio Culturale Fabio Carapezza Guttuso che coordinera' la messa in sicurezza dei siti.

Claudio Saviotti
Claudio Saviotti

A fianco del ministro è intervenuto anche Claudio Saviotti, il direttore dell'Archivio di Stato. "Grazie ai colleghi e agli ex colleghi" ha detto con la voce rotta dall'emozione per ricordare chi non c'è più. Poi ha insistito che vengano dati non solo soldi ma anche competenze. "Nessuno ci ha mai detto che quel gas potesse essere così pericoloso, potesse uccidere. Quella che è mancata è l'informazione"

"MORTI PER LA SCARSA INFORMAZIONE". Netta l'affermazione del direttore dell'Archivio: "La storia dell'impianto antincendio l'abbiamo vissuta fin dalla sua prima installazione. Nessuno ci ha mai detto che questo gas era pericoloso. I nostri colleghi sono morti per questo. Noi le regole le abbiamo seguite tutte, manutenzione e certificazioni ci sono. È mancata la competenza".